I magistrati scioperano contro la riforma della giustizia: «La nostra indipendenza è a rischio»
Il sostituto procuratore Carmela Sabatelli, segretaria di Anm sottosezione Modena, sulla riforma Nordio approvata alla Camera dei deputati che prevede la separazione delle carriere: «I primi a rimetterci saranno i cittadini»
MODENA. Anche i magistrati modenesi hanno aderito, oggi, alla giornata di astensione proclamata dall’Associazione nazionale magistrati per protestare contro la riforma costituzionale della Giustizia – la "riforma Nordio" approvata alla Camera dei deputati – che prevede la separazione delle carriere, l’istituzione di due Consigli superiori della magistratura e di un’Alta corte disciplinare (una sorta di “giudice speciale”).
Il rinvio delle udienze
E dunque in tribunale a Modena sono stati distribuiti volantini informativi, sono stati affissi manifesti fuori dalle aule in cui si è tenuta udienza. E numerose udienze sono quindi state rinviate. «La partecipazione in procura a Modena – così il sostituto procuratore Carmela Sabatelli, segretaria di Anm sottosezione Modena – è unanime: ci sono tutti i sostituiti procuratori, compreso il procuratore capo. Tutti abbiamo aderito allo sciopero: voglio anche sottolineare che siamo tutti presenti in ufficio qui dalle 8. Non c’è nessun tornaconto personale o di categoria. Si tratta di una questione di principio e di diritti».
Le ragioni della protesta
Il nodo centrale è, per Anm, l’indipendenza della magistratura: «Oggi il potere giudiziario è indipendente dal potere legislativo e dal potere esecutivo. Quando si è veramente indipendenti non si possono avere contaminazioni o pressioni. Oggi pm e giudici condividono la stessa formazione professionale: il pm non cerca la condanna, raccoglie elementi a favore e contro l’indagato in fase di indagini e, al termine del processo, quando si rende conto che le prove raccolte in dibattimento non hanno raggiunto una sufficienza tale da potere chiedere una condanna, chiede l’assoluzione», sottolinea la dottoressa Sabatelli. Che lancia l’allarme a nome di Anm (presidente della sottosezione di Modena è la dottoressa Diletta Signori): «Il pm diventerà una sorta di “avvocato dell’accusa” e il rischio è che venga assoggettato al potere esecutivo. E i primi a rimetterci saranno i cittadini».
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