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In via Ceresa

Richiesta per impianto a biometano a Finale. Poletti: «Siamo sotto assedio»

di Chiara Marchetti
Richiesta per impianto a biometano a Finale. Poletti: «Siamo sotto assedio»

Poi il sindaco rassicura: «Non è ancora stato deciso niente»

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FINALE. L’ombra di un nuovo impianto di biometano incombe su Finale. Il 5 luglio dello scorso anno la ditta Bmet4 ha presentato istanza di autorizzazione unica per la realizzazione e l’attivazione di un impianto di produzione di biometano da prodotti e sottoprodotti agricoli e reflui zootecnici. La nuova struttura, se mai dovesse essere realizzata, sarebbe localizzata in via Ceresa, nelle campagne tra Finale e Massa Finalese dove esiste già un altro impianto analogo, all’interno del Polo estrattivo “La Forna-Pascoletti”. Tuttavia, si legge nel comunicato di avviso di Arpae: «Il proponente ha richiesto la variante urbanistica per escludere l’area d’impianto dal perimetro del polo estrattivo, al fine di rendere il progetto conforme dal punto di vista urbanistico».

Le reazioni

Da quando si è sparsa la notizia in paese, la comunità finalese si è allarmata ed è alla ricerca di spiegazioni. Per Maurizio Poletti si tratterebbe «dell’ennesimo impianto impattante a Finale, che porterebbe inquinamento in un’area già fortemente compromessa da altre situazioni». Il finalese, inoltre, sottolinea come via Ceresa sia «molto vicina all’oasi Le Meleghine, straordinaria zona naturalistica». Ribadisce Poletti: «Siamo sotto attacco, siamo sotto assedio. Ho letto le carte di questo impianto e ci sono numerosi elementi critici: la struttura sarà alimentata con 65mila tonnellate all’anno di materiali agricoli come liquami suini e bovini, e genererà 23mila tonnellate di digestato liquido e 28mila di digestato solido all’anno. Questi digestati – prosegue – contengono sostanze tossiche inquinanti e saranno usati come ammendanti nei campi agricoli. Infine, l’impianto prevede la presenza di un processo industriale che separa il metano dall’anidride carbonica: il metano verrà usato come combustibile e l’anidride carbonica, un gas serra molto pericoloso, sarà rilasciato nell’atmosfera».

Preoccupazioni condivise anche da altri cittadini, ma per il momento il sindaco Claudio Poletti rassicura: «Il procedimento è appena iniziato e non è ancora stato deciso niente. Quando ci saranno tutti gli elementi la palla passerà al consiglio comunale e si arriverà a una conclusione, ma adesso non ci sono ragioni di preoccuparsi».