Pestato dalla banda con le spranghe: i residenti della Sacca lo salvano
La testimonianza: «Sembrava una spedizione punitiva. Lo abbiamo accolto in auto, era ferito alla testa e anche alle gambe»
MODENA. Almeno una decina, tutti sui vent’anni. Hanno inseguito due giovani, li hanno accerchiati e poi si sono scagliati su uno di loro. Avevano spranghe di ferro e il ragazzo aggredito avrebbe riferito anche di avere visto un coltello.
Salvato dai residenti
Se non fossero intervenuti i residenti, scesi in massa dai loro appartamenti, le conseguenze avrebbero potuto essere anche peggiori. Invece quel ragazzo pestato mercoledì 5 di sera in via Triva, zona Sacca, è stato letteralmente salvato anche grazie a due donne che, appena tornate dal cinema e pronte per rientrare in casa, lo hanno accolto sulla loro auto, mentre sul posto arrivavano polizia, carabinieri e ambulanza. E ora nel quartiere c’è preoccupazione: «Una violenza terrificante, si sono accaniti su di lui. Qui servirebbero più pattugliamenti. A volte – così racconta una residente – ho paura anche ad andare in giro di giorno, specie quando sono con mia nipote sul passeggino». Una voce, questa, a cui si uniscono tanti altri: «Qui siamo considerati un quartiere di “Serie C”».
L’aggressione
Erano più o meno le 23 di mercoledì, quando il silenzio del quartiere è stato spezzato da rumori, e urla sempre più forti. Urla in cui, si sentiva anche una disperata richiesta di aiuto. Le grida hanno allarmato tutti gli abitanti della zona e in tanti si sono affacciati per cercare di capire cosa stesse avvenendo. Dai balconi e dalle finestre qualcuno gridava agli aggressori di smetterla, altri hanno impugnato il cellulare per documentare quella brutale violenza: un video che è stato acquisito dalle forze dell’ordine. E mentre la banda (testimoni riferiscono di pakistani, mentre la vittima sarebbe di origine tunisina) si accaniva sulla vittima, la prontezza di due donne ha permesso di evitare il peggio: «Ero in macchina con un’amica – riferisce una testimone – e ho cominciato a suonare il clacson. Sembrava una spedizione punitiva, avevano anche una spranga di ferro. E abbiamo visto quel giovane che scappava da quella banda, e urlava. Lo abbiamo accolto in auto, era ferito alla testa e anche alle gambe: credo che lo abbiano anche preso a calci. Lui ha detto che lo stavano rapinando».