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L'intervista

Relazioni occasionali e molestie sessuali: «L’assenso deve essere consapevole»

di Ernesto Bossù

	Le relazioni occasionali sono in aumento
Le relazioni occasionali sono in aumento

Cristina Bertoli, psicologa e psicoterapeuta dello Spazio Giovani dei Consultori familiari dell’Ausl di Modena: «I rapporti fugaci sono in crescita. Le cause? Pornografia online e norme sociali»

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MODENA. «Il consenso non è semplicemente un sì: deve essere “genuino”, nel senso che occorre sia consapevole. Questo deve essere il punto di partenza». In una società dove crescono i rapporti occasionali, specie tra i più giovani, serve più consapevolezza per evitare molestie sessuali ed episodi spiacevoli: di sé, è ovvio, ma anche dell’altro, di cui ci si deve prendere cura, specie se alterato da alcol o sostanze. «E noi – spiega Cristina Bertoli, psicologa e psicoterapeuta dello Spazio Giovani dei Consultori familiari dell’Ausl – dobbiamo formare e informare le nuove generazioni».

Bertoli, il tema delle molestie sessuali è molto ampio. Anzitutto: che cosa sono?

«La molestia sessuale si configura come qualsiasi comportamento indesiderato di natura sessuale che generi un clima ostile, umiliante o offensivo. Rappresenta un’aggressione alla dignità della persona e può manifestarsi attraverso avances inopportune, commenti inappropriati, contatti fisici non consensuali, nonché tramite messaggi, immagini o video a carattere sessuale».

Colpisce principalmente le donne?

«Sebbene possano riguardare chiunque, le statistiche dimostrano che le donne ne sono le vittime più frequenti. La disparità di genere e il retaggio culturale giocano un ruolo significativo».

Le relazioni occasionali tra i giovani sono più frequenti?

«Sì, si osserva un incremento di tali dinamiche, con una polarizzazione sempre più marcata tra giovani che intraprendono relazioni strutturate, quasi assimilabili a legami stabili, e altri che vivono esperienze occasionali. Questa tendenza è influenzata da molteplici fattori, tra cui l’evoluzione delle norme sociali e l’accesso alle tecnologie digitali. Il mondo virtuale ha reso più fluido l’approccio alla sessualità: la pornografia e le dinamiche online contribuiscono alla normalizzazione di relazioni fugaci, in cui il coinvolgimento emotivo è spesso ridotto al minimo o nullo, talvolta».

Come cambia il concetto di consenso in una relazione occasionale?

«Il consenso deve sempre rispondere a criteri imprescindibili: deve essere esplicito, informato, consapevole, volontario e reversibile. Nelle relazioni occasionali, però, la mancanza di una conoscenza approfondita dell’altro può rendere più complesso interpretarne desideri e confini. Diventa dunque essenziale educare alla comunicazione, alla consapevolezza di sé e al rispetto dell’altro».

Alcol e droghe che ruolo hanno?

«L’alterazione indotta da sostanze alcoliche o stupefacenti abbassa i freni inibitori e può compromettere la lucidità necessaria per discernere ciò che si desidera realmente. Un “sì” espresso sotto l’effetto di sostanze non può essere considerato un consenso pienamente valido».

Quali sono i segnali più comuni di molestia o di comportamenti inappropriati in una relazione occasionale?

«Senza dubbio la mancanza di considerazione per lo stato dell’altro: se una persona non è in grado di esprimere chiaramente il proprio consenso, ogni ulteriore pressione è già di per sé problematica. Un altro campanello d’allarme è la tendenza a svalutare i segnali di rifiuto, interpretandoli erroneamente come esitazioni o come una forma di gioco, la presunzione di essere di fronte al cosiddetto sì mascherato. Anche commenti sessualmente espliciti non richiesti, insistenze indebite e tentativi di manipolazione rientrano tra le condotte moleste».

L’idea di relazioni senza vincoli affettivi è sempre più diffusa. Come si può educare i giovani al rispetto e al consenso in questi contesti?

«L’educazione affettiva e sessuale è essenziale sin dalla giovane età. Nelle scuole e nei centri di ascolto giovanile si lavora per fornire strumenti di consapevolezza, aiutando i ragazzi a riconoscere e rispettare i limiti propri e altrui. Un aspetto fondamentale è insegnare l’importanza dell’empatia e della gestione della frustrazione: saper accettare un rifiuto è un segno di maturità e di rispetto».

Come si possono prevenire le malattie sessualmente trasmissibili in relazioni occasionali?

«Una sessualità consapevole implica anche la conoscenza e l’utilizzo dei metodi di protezione. Nei programmi di prevenzione non si forniscono solo informazioni tecniche, ma si promuove un approccio globale alla sessualità, che comprenda il rispetto per sé e per gli altri, la gestione delle emozioni e la prevenzione delle infezioni».

Quali sono le conseguenze psicologiche per chi subisce una molestia?

«Le ripercussioni possono essere profonde e durature. Molte vittime sperimentano ansia, stress post-traumatico, flashback intrusivi e un senso di colpa ingiustificato, spesso alimentato dal timore di essere ritenute responsabili dell’accaduto».

A chi può rivolgersi chi ha subito una molestia?

«Esistono numerose strutture di supporto, dai centri antiviolenza ai servizi ospedalieri, dalle forze dell’ordine ai consultori giovanili. Queste realtà offrono un primo ascolto e percorsi di sostegno psicologico e legale. Le vittime non sono sole e hanno il diritto di ricevere aiuto e protezione. Lo spazio giovani, attraverso cui facciamo percorsi nelle scuole, dalle elementari alle superiori, lavora con un’équipe multidisciplinare che comprende ginecologi, ostetriche, andrologi e psicologi. I momenti organizzati nelle scuole servono ad aumentare la consapevolezza personale dei ragazzi verso le proprie emozioni. L’obiettivo è non solo accogliere e rielaborare situazioni di disagio, ma anche promuovere la prevenzione attraverso percorsi educativi».