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Il report

Sempre più donne manager. «Ma c’è ancora tanto da fare»

Alessia Dalla Riva
Sempre più donne manager. «Ma c’è ancora tanto da fare»

Aumentate in 15 anni del 105%: «Non dobbiamo fermarci: va raggiunta la parità»

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Sono sempre di più le donne manager nel settore privato italiano. Secondo il “Rapporto Donne 2025” elaborato da Manageritalia sugli ultimi dati resi disponibili dall’Inps, nel 2023 la managerialità italiana è cresciuta del 2,6% e, rispetto all’anno precedente, l’incremento è dovuto principalmente alla componente femminile, con un +5,1% rispetto al +1,9% degli uomini.

Il trend

Il dato conferma un trend in crescita dal 2008 per le quote rosa della managerialità italiana, che nel 2023 si attesta con un +101,5% nel periodo di 15 anni. Secondo i dati del dossier Manageritalia, nel 2023 le donne rappresentano il 21,9% del totale dirigenti italiani. «C’è ancora tanto da fare per dare le giuste opportunità anche alle donne nel mondo del lavoro e nel management aziendale», commenta Marco Ballarè, presidente di Manageritalia, la Federazione nazionale dirigenti, quadri ed executive professional del commercio, trasporti, turismo e terziario avanzato che associa oltre 44.000 manager, e prosegue: «La strada è tracciata: non dobbiamo fermarci né tornare indietro, ma affermare con ancora più impegno e dedizione scelte e azioni che portino a una vera parità di genere. L’inclusione femminile è nell’interesse delle imprese, del mercato e della società in cui viviamo. Un mondo in cui anche le donne sono protagoniste è senza dubbio una realtà migliore».

Verso la parità

La rincorsa delle donne verso la parità è uno degli asset dell’inclusione, ambito che include la valorizzazione di tutte le risorse, uomini e donne, giovani e senior, culture ed etnie diverse e diverse abilità e diventato prioritario per le aziende non solo italiane. «I dati dimostrano che l’inclusione porta valore e benessere alle imprese con risultati in termini di produttività, fatturati e capacità di crescita. Il ruolo chiave dei manager è determinante per mettere a terra e in sinergia questi valori e farne un fattore competitivo e vincente. Un modo per convincere tutti della bontà anche economica di questo cambio prima di tutto culturale che può trovare nel mondo del lavoro il punto di partenza per ampliarsi a famiglia e società», afferma Cristina Mezzanotte, coordinatrice area Dei (Diversity, Equity and Inclusion) Manageritalia.

Le percentuali

I dati del “Rapporto Donne 2025” evidenziano l’incremento della componente femminile manageriale in tutti gli ambiti economici italiani, con percentuali di presenza più elevate nel settore terziario (25,8%) rispetto all’industria (16,5%). In particolare nella Sanità e assistenza sociale le donne dirigenti (52,3%) superano addirittura i colleghi uomini (47,7%). I settori di maggiore crescita delle donne dirigenti sono le Attività professionali scientifiche e tecniche (+11,2%), le Costruzioni (+8,3%) seguite dalle Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+5,3%) e Trasporto e magazzinaggio (+4,5%). In generale i dati confermano il sempre maggiore peso che le donne assumono in ambito dirigenziale, anche nelle fasce più giovani d’età (sono il 31% dei manager under 40), inserendosi con maggiore peso anche nel processo di ricambio generazionale che vede uscire soprattutto manager uomini in fasce d’età più elevate.

La geografia

Dal punto di vista della distribuzione geografica, la classifica di crescita delle donne manager su 108 province italiane vede Milano in testa con 10.987 dirigenti donne, seguita da Roma (5.659) e Torino al terzo posto (1.469). Per quanto riguarda la regione Emilia-Romagna, Bologna conquista il quarto posto con 659 manager donne mentre Modena si attesta 12esima con 344 dirigenti. Segue Parma al 16esimo posto (270 donne manager) mentre Reggio Emilia è 26esima (141). Oltre il cinquantesimo posto in classifica si trova Ravenna (61), Forlì-Cesena (59), Piacenza (393), Rimini (221) fino ad arrivare a Ferrara che con 31 donne dirigenti è al 67esimo posto. A livello regionale, la crescita dei dirigenti, maschi e femmine, nel 2022 coinvolge quasi tutte le regioni italiane con la sola eccezione di Umbria (-0,6%), Abruzzo (-3,1%), Molise (-4,3%), Sicilia (-7,1%), Basilicata (-11,7%) e Calabria (-15,8%). Nel 2023 registrano invece un significativo segno positivo Sardegna (+5,8%), Trentino Alto-Adige (+4,8%), Lombardia (+3,6%), Emilia Romagna (+3,5%). Nello specifico della crescita della sola componente femminile dirigenziale, rispetto al dato nazionale (+5,1%), dal punto di vista regionale l’Emilia-Romagna registra tuttavia una percentuale di crescita maggiore rispetto alla media con un +7,3% dal 2022 al 2023.

Nel complesso, il report dimostra che la managerialità femminile è un elemento di crescita per le imprese che, in particolare in tempi di crisi, devono investire sulla competitività per superare ostacoli e difficoltà. In questo contesto risulta ormai acclarato che la managerialità e la componente femminile sono determinanti per competere e crescere nei mercati ormai globali.