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Il caso

Viadotto dell’Estense chiuso adesso, ma la crepa era presente da 14 anni

di Daniele Montanari
Viadotto dell’Estense chiuso adesso, ma la crepa era presente da 14 anni

Il punto del ponte sul Rio Torto dove si è staccato il giunto evidenziava lesioni sull’asfalto già nel 2011, da quando esiste la documentazione di Google Street View

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SERRAMAZZONI. La crepa che si è aperta lungo tutta la carreggiata del viadotto dell’Estense, a Serra, costringendo dal 28 febbraio alla chiusura, non è una “novità degli ultimi giorni. È presente almeno da 14 anni, da quando esiste la documentazione fotografica di Google Street View. In maniera maggiore o minore, non certo con l’evidenza di oggi. Ma c’è sempre stata. E a questo punto viene da chiedersi: che tipo di interventi sono stati fatti in questi anni per evitare il collasso di questi giorni, con tutte le sue pesanti conseguenze?

Le immagini

Basta dare un’occhiata nel tempo al tratto diventato oggi off limits per accorgersi di crepe che, alla luce di quanto avvenuto oggi, fanno pensare. Già nel gennaio 2011 la strada evidenzia una crepa che attraversa tutta la carreggiata nello stesso punto dove oggi si è staccato il giunto, nel lato che guarda verso Pavullo. E questa crepa, sempre traversale all’intera carreggiata, è di fatto rimasta una costante negli anni, anche se vi si è intervenuti più volte. L’immagine del giugno 2019 mostra chiaramente un’asfaltatura recente nella striscia della crepa. Dunque il problema era noto, ed era stato oggetto di lavori per ripristinare la scorrevolezza del manto stradale. Quali che siano stati gli interventi, la crepa restava comunque ben visibile nello storico Street View del giugno 2022. E così ancora nell’ultima immagine presente nel database di Google: quella del settembre 2023, su cui si basano tuttora le indicazioni di Street View. Questo per quanto riguarda la documentazione web immediatamente accessibile. È possibile che esistano altre immagini del viadotto che evidenzino la presenza della crepa anche prima del 2011.

Quali valutazioni?

Trattandosi di un ponte lungo ben più di sei metri (sono infatti 80), il viadotto del Rio Torto per legge in base a una circolare del 1967 deve essere oggetto a sopralluoghi di vigilanza ogni tre mesi e a ispezioni approfondite una volta all’anno. Accertamenti che senz’altro Anas avrà fatto costantemente, conscia dell’importanza anche strategica dell’opera, indispensabile tassello dell’asse principale di collegamento del Frignano con la pianura. Ci saranno decine di rapporti di ispezione sulle condizioni del viadotto: sarebbe interessante conoscere il loro contenuto, per capire in che termini è stata valutata la crepa che comunque è sempre rimasta presente in tutti questi anni. E quindi in che termini sono state valutate anche le condizioni del giunto che oggi si è staccato. Qualcuno aveva evidenziato il rischio, col passaggio di un mezzo particolarmente pesante? Che cosa si è fatto per impedire che si verificasse un evento come quello di oggi, che ha comportato lo stop alla circolazione, con tutte le ripercussioni per cittadini e imprese? Sono domande che sorgono spontanee, e che senz’altro troveranno risposta nella relazione che Anas consegnerà agli enti istituzionali a seguito degli accertamenti approfonditi che gli ingegneri hanno compiuto in questi giorni.

Le testimonianze

Dalle testimonianze di operai che lavoravano in un altro punto del ponte, pervenute anche agli enti istituzionali, pare che la crepa giovedì 27 febbraio si sia aperta dopo il passaggio di un autoarticolato con un carico molto pesante. Ma è sufficiente un carico simile a mandare in crisi un viadotto di questo tipo, concepito come opera strategica? Se sì, perché è stato autorizzato? Se no, perché allora si è staccato il giunto? Il peso ha insistito su una struttura mantenuta in condizioni ottimali o ha incontrato problemi latenti che chi ha organizzato il trasporto non poteva prevedere? Dalla relazione si dovrebbe capire per filo e per segno com’è andata, sciogliendo ogni dubbio.