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Il caso

Influencer chiede soldi agli enti animalisti: Carpi finisce su Striscia la Notizia

di Lara Lugli
Influencer chiede soldi agli enti animalisti: Carpi finisce su Striscia la Notizia

Protagonista di un servizio nel noto programma satirico di Canale 5 è una carpigiana detentrice di “Apericane” che avrebbe chiesto risarcimenti a enti di volontariato per l’uso improprio del marchio

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CARPI. Con più di 38mila follower su Instagram, attiva su Tik Tok e testimonial dello showbiz come Orietta Berti, Flavia Vento, Manila Nazzaro e Gianluca Impastato tra i volti che hanno sponsorizzato i suoi articoli, la carpigiana ideatrice del brand Apericane, si trova ora al centro di una controversia sollevata dalla trasmissione satirica di Canale 5 Striscia la Notizia.
Cosa è successo
«Se non volete grane, non pronunciate la parola apericane», così il 7 marzo scorso è andato in onda un servizio di Chiara Squaglia che ha messo in luce alcune accuse rivolte alla fondatrice del marchio, sostenendo che avrebbe richiesto risarcimenti a enti di volontariato per l'uso improprio del nome Apericane e simili. Il marchio, nato a Carpi nel 2004 per mano di una signora carpigiana, è finito sotto i riflettori della trasmissione Striscia la Notizia a seguito di numerose segnalazioni ricevute dalla redazione. Come si evince dal servizio trasmesso su Canale 5, l'ideatrice del brand avrebbe richiesto risarcimenti economici, talvolta di migliaia di euro, a varie associazioni di volontariato per un presunto utilizzo non autorizzato del marchio.

L’accusa
Le associazioni coinvolte sostengono che la richiesta di risarcimento abbia creato difficoltà economiche, ostacolando le loro attività di tutela degli animali. Secondo alcune associazioni, poi, la proprietaria del marchio avrebbe avanzato richieste anche nei confronti di realtà benefiche, sollevando polemiche e indignazione tra gli operatori del settore.

La controversia
Dal canto suo, la fondatrice di Apericane rivendica il diritto all'uso esclusivo del marchio registrato presso l'Uibm in Italia e l'Euipo in Europa, proteggendone l'identità da utilizzi impropri. Sul sito ufficiale dell'azienda appare, infatti, una sezione dedicata alla tutela dei marchi, in cui vengono esplicitate le regole per il loro utilizzo, inclusi contratti di licensing per eventi e produzione di gadget. L'azienda ha inoltre dichiarato che qualsiasi utilizzo illecito o ingannevole del marchio sarà segnalato agli organi giudiziari competenti. Viene poi pubblicato su questa pagina anche una sentenza del Tribunale di Bologna, che ha riconosciuto la contraffazione del marchio Apericane da parte del marchio Aperidog, creando quindi un precedente in questo ambito.
Silenzio stampa
Si attendono quindi sviluppi futuri e se ci saranno azioni legali o chiarimenti da parte della fondatrice del brand, che non ha voluto rilasciare dichiarazione alla Gazzetta. Intanto, la questione continua a dividere l’opinione pubblica tra chi sostiene la legittimità della tutela del marchio e chi considera eccessiva la richiesta di risarcimenti nei confronti delle associazioni animaliste e no profit.