Intelligenza artificiale, alla Cpc di Modena nascerà il taxi Amazon a guida autonoma
Paolo Zanca, assessore alla Promozione economica e attrattività del Comune di Modena: «Saranno sperimentati da New York a Miami»
MODENA. L’intelligenza artificiale deve intervenire come totale sostituto del guidatore o coesistere con l’attività del pilota e supportarla? Sempre più negli ultimi anni una trasformazione radicale, indotta dall’introduzione dell’AI, ha coinvolto il settore dell’automotive e, in senso più ampio, di tutta la mobilità. Raccontare lo sviluppo di questo cambiamento è stato l’obiettivo dell’incontro organizzato da Ansa, in collaborazione con Università di Modena e Reggio Emilia, nel pomeriggio di martedì 12 marzo presso il Datacenter Unimore.
La rivoluzione
Grazie alle nuove tecnologie, «il guidatore non si accorge dell’intervento del sistema di AI, che lo aiuta a sopperire ad alcune lacune di guida», racconta Marco Fainello, Cto Danisi Engineering, executive director Addfor. Al fianco di Ferrari, Fainello si è occupato dello sviluppo e del potenziamento delle prestazioni delle auto. Il controllo di trazione del veicolo è uno dei casi in cui può agire l’AI.
Sullo stesso argomento si è soffermato anche Alessandro Flumeri, advanced controls innovation Manager Ferrari. «Ferrari non vuole perseguire la guida autonoma, ma è alla ricerca di tecnologie come il traction control per amplificare le capacità del guidatore» o per far sì che egli riesca a gareggiare in pista a maggior velocità. L’ausilio dell’intelligenza artificiale, tuttavia, può essere anche utile nella mobilità cittadina quotidiana, per «capire la condizione di traffico visibile grazie a telecamere ipoteticamente installate sulle auto». A focalizzarsi su questo aspetto è stata Rita Cucchiara, professoressa ordinaria di Ingegneria Informatica di Unimore e direttore del centro Interdipartimentale “Artificial Intelligence Research and Innovation”, descrivendo un progetto terminato lo scorso anno, ma mai realizzato.
Il progetto
Paolo Zanca, assessore alla Promozione economica e attrattività del Comune di Modena, ha ribadito il sostegno delle amministrazioni locali nello sviluppo di nuove tecnologie, sottolineando la valorizzazione dell’AI nel territorio modenese. «Amazon taxi a guida completamente autonoma saranno realizzati a Modena - ha spiegato - con una catena di montaggio robotizzata, ed usciranno dall’azienda Cpc. Il processo sarà visibile ai cittadini da un’enorme vetrata: verranno sperimentati a Miami, New York, Washington» ed altre città. Si tratta di un progetto innovativo per realizzare dunque una serie di robot-taxi a guida autonoma di livello 5, che consentiranno il trasporto di quattro persone e potranno viaggiare per 18 ore al giorno. Un progetto studiato per il mercato americano, tanto che sarà lanciato in 6 città degli Stati Uniti già nel 2025 per poi toccare altre città nel 2026/27.
Tornando all’incontro di mercoledi, si è discusso anche dei problemi legati alla burocrazia, agli alti costi della componentistica delle auto a guida autonoma, soprattutto dei sensori, e alla difficoltà di reperire adeguati fondi per la ricerca.
Sostenibilità
In questa fase di sviluppo dell’AI, fondamentale è stato il ruolo del Most, Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, nato con l’obiettivo di coinvolgere le università italiane per «creare una sinergia, coinvolgendo le imprese», sostiene il direttore Gianmarco Montanari. Il tema della sostenibilità ambientale, quindi, non è mai passato in secondo piano. Con la diffusione delle auto a guida autonoma, «aumenterà il numero di persone che utilizzeranno lo stesso veicolo», diminuendo così il consumo di carburante, afferma Marko Bertogna, professore ordinario del dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche di Unimore. «La rivoluzione dell’AI è già in corso. Il problema è la safety», continua Bertogna. «Le demo con veicoli che svolgiamo sul territorio richiedono sempre la presenza di safety supervisor, una persona pronta a prendere il controllo da remoto in caso di anomalia. Differente è dover realizzare una tecnologia per migliaia di veicoli».
Per concludere, è intervenuto Massimiliano Vaccari, amministratore delegato Hipert, nato come spin-off di Unimore. Hipert applica l’AI a livello industriale per assistere gli operatori nell’uso di macchinari come quelli utilizzati nello spostamento di merci o nel settore agricolo.
L’idea di fondo non è solo quella di «spostare un carico con una traiettoria molto precisa da un punto ad un altro», ma di svolgere compiti più complessi in un ambiente di produzione industriale.