Dazi Usa, ora anche il Lambrusco trema per le decisioni di Donald Trump
Claudio Biondi, presidente del Consorzio di Tutela, spera in una retromarcia del presidente degli Stati Uniti: «L’export in America vale tra il quindici e il venti per cento, una fetta rilevante»
MODENA. I mega dazi degli Stati Uniti sul Lambrusco ancora non ci sono, ma da Modena è partito il pressing alle istituzioni italiane ed europee.
La preoccupazione del Consorzio
«Siamo molto preoccupati – ha detto Claudio Biondi, presidente del Consorzio di Tutela del Lambrusco di Modena – Attendiamo di conoscere i termini dei dazi. Intanto, stiamo facendo pressioni perché il sistema Europa, a partire dalla Francia, e non solo l’Italia si ribelli». Biondi s’è sforzato di congelare il giudizio sulle dichiarazioni di Donald Trump, presidente degli Stati Uniti. «L’Unione Europea, una delle autorità di tassazione e tariffazione più ostili e offensive nel mondo, formata con il solo obiettivo di avvantaggiarsi degli Stati Uniti, ha appena introdotto un cattivo dazio del 50 per cento sul whisky – ha scritto Trump sula piattaforma Truth – Se tale dazio non sarà rimosso immediatamente, gli Stati Uniti introdurranno a breve un dazio del duecento per cento su tutti i vini, gli champagne e le bevande alcoliche provenienti dalla Francia e dagli altri Paesi della Ue. Ciò farà bene alle imprese che producono vino e champagne negli Usa». Il presidente del Consorzio spera in un ripensamento. «Non sappiamo ancora se sia una merce di scambio o se ci sarà una retromarcia».
Le possibili conseguenze
In caso contrario, Biondi ha provato a ipotizzare quali possono essere le conseguenze per il settore. «Oltre il sessanta per cento della vendita del lambrusco va all’estero – ha osservato – e una quota importante dell’export va proprio negli Stati Uniti». A livello percentuale, la fetta delle esportazioni al di là dell’Oceano Atlantico è sostanziosa. «Stiamo parlando di una percentuale che oscilla tra il quindici e il venti per cento – ha precisato – È una fetta di assoluta rilevanza nelle esportazioni. Sfruttiamo le attività di chi abita negli Usa, ma anche in Messico e in Centro America. Lì apprezzano vini molto dolci e ha elevato grado zuccherino, come tutti gli americani». Biondi ha rimarcato che il mercato statunitense è «assolutamente interessante per il lambrusco». I motivi sono diversi. «È un vino facile da bere – ha aggiunto – con una bassa gradazione alcolica». Più volte il presidente del Consorzio di Tutela del Lambrusco di Modena ha ripetuto l’aggettivo «preoccupati» rispetto alla minaccia di Trump di elevare i dazi al duecento per cento. Un altro aggettivo dà il senso della speranza in un ripensamento: «Siamo attendisti», ha concluso Biondi.
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