Gazzetta di Modena

Modena

Il processo

Agenti accusati di tortura, infermiera e medici dell’ospedale: «Violenza inaudita sul paziente»

di Stefania Piscitello
Agenti accusati di tortura, infermiera e medici dell’ospedale: «Violenza inaudita sul paziente»

Udienza fiume con pesantissime accuse contro gli uomini della polizia locale di Sassuolo: «Hanno immobilizzato quell’uomo per poi colpirlo varie volte nella nuca. Lui non era aggressivo ma in confusione, era in un grave stato di ipoglicemia e non riusciva a parlare»

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MODENA. «Sono arrivati quattro agenti della polizia locale. Noi non avevamo chiesto il loro intervento. Hanno cominciato a inveirgli contro e a chiedergli se avesse assunto qualcosa. Lui non rispondeva, uno gli ha incastrato le braccia tra le sponde della barella e un altro ha iniziato a percuoterlo varie volte nella nuca. Io ero sconcertata e mi sono bloccata, ho chiesto aiuto a un collega che era in accettazione come me». Così ieri mattina in tribunale a Modena, davanti al Collegio dei giudici, un’infermiera dell’ospedale di Sassuolo ha riferito sui fatti avvenuti al pronto soccorso la notte tra il 15 e il 16 ottobre 2021. Una presunta aggressione ai danni di un 41enne marocchino del Reggiano che, si scoprirà poi, era in grave stato ipoglicemico e per cui imputati con l’accusa di tortura ci sono due agenti semplici della polizia locale di Sassuolo (un 34enne residente a Modena e un 26enne di Reggio) assistiti dall’avvocato modenese Barbara Tassi e dai colleghi di Bologna Vittorio Manes e Valerio Guazzarini, e due assistenti accusati anche di falsità ideologica per aver firmato una relazione di servizio il cui contenuto è considerato non veritiero. Loro sono difesi dagli avvocati Giovanni Tarquini di Reggio (il 38enne di Scandiano) e Roberto Mariani e Fabrizio Canuri di Modena (il 52enne di Formigine).

La testimonianza della giovane infermiera

Un’udienza fiume quella di ieri, in cui si sono alternati numerosi testimoni: chi era in ospedale quella notte e ha assistito ai fatti, i loro superiori che hanno deciso di fare partire la segnalazione, i volontari della Croce Rossa che hanno soccorso il paziente in via Regina Pacis. «Verso la mezzanotte – così l’infermiera ha ripercorso i fatti – è arrivato questo paziente trasportato dalla Croce Rossa: i volontari mi hanno detto che avevano trovato questa persona sdraiata vicino al suo scooter». Il paziente, verrà appurato, era in grave stato ipoglicemico: il valore della glicemia era a 28. Un valore tanto grave che, se non viene trattato, rischia di portare alla morte. La giovane infermiera, rispondendo alle domande di avvocati di difesa, pm (dottoressa Graziano) e giudici ha proseguito spiegando, a fronte di quel comportamento degli agenti, di avere chiesto aiuto a un collega: «Sono andata da lui: mi ha visto sconcertata e confusa e gli ho detto: “Ci sono quattro agenti della Locale che stanno trattando male un paziente senza motivo”. A quel punto io sono rimasta nel container e lui è andato nel triage: quando il paziente è stato portato in ambulatorio, il mio collega è tornato e mi ha confermato che quegli agenti lo stavano tenendo fermo».

La testimonianza della responsabile del pronto soccorso

La mattina successiva il paziente viene dimesso. I presenti si confrontano con la caposala che suggerisce loro di mettere per iscritto quanto accaduto, per non dimenticarlo, in modo da riferire poi ai superiori. Il lunedì mattina la dottoressa Laura Bonfanti, responsabile del pronto soccorso, viene informata dal personale in servizio. «Mi è stato riferito – così la dottoressa Bonfanti ieri in aula – che era arrivato un paziente di nazionalità marocchina accompagnato dalla Croce Rossa di Sassuolo. Mi hanno detto che era arrivato in ambulanza in stato confusionale e di malessere e che durante la fase di valutazione del triage erano arrivate le forze dell’ordine. Queste avevano avuto un atteggiamento inadeguato nei confronti del paziente. Tutti mi riferiscono di questa violenza, a detta di alcuni inaudita». La dottoressa ha sottolineato come nessuno avesse allertato le forze dell’ordine: «Il paziente non era aggressivo ma confuso e disorientato». La responsabile del Pronto soccorso ha aggiunto: «Mi è stato riferito di un eccesso di contenzione e di questi quattro vigili che hanno cominciato a rivolgersi a questo paziente in maniera vigorosa per immobilizzarlo con le braccia incastrate sotto le sponde della barella. Non è una posizione fisiologica. Mi hanno detto che lo hanno colpito a schiaffi e che una volta portato all’interno dell’ambulatorio hanno cominciato con strattonamenti e sberle. Uno dei poliziotti sarebbe salito sulla barella e sarebbe salito in piedi sul bacino del paziente». A quel punto la dottoressa Bonfanti chiede un incontro al dottor Silvio Di Tella, direttore sanitario dell’ospedale di Sassuolo. Insieme decidono di dovere acquisire una serie di deposizioni interne. Viene quindi chiesto al personale in servizio quella notte di scrivere una relazione su quanto accaduto. In tutto ciò, una Oss informa uno degli indagati su questi accertamenti interni, parlando anche di «paziente agitato»: ieri in aula, ascoltata, su diverse questioni ha riferito di non ricordare i dettagli.

La testimonianza del direttore sanitario dell’ospedale

È stato ascoltato anche il dottor Silvio Di Tella, che ha confermato: «Ho chiesto alla dottoressa Bonfanti, vista la delicatezza della questione, di raccogliere le relazioni dei colleghi presenti al momento dei fatti e di produrle i in tempi rapidi per considerare se fosse un fatto che meritasse una denuncia all’Autorità giudiziaria. Sono state prodotte queste relazioni, poi inviate al direttore generale che ha fatto una segnalazione». Di Tella ha riferito quanto aveva appreso dalla dottoressa Bonfanti: «Aveva parlato di un fatto che aveva scosso i nostri colleghi perché, a fronte di un accesso in Pronto soccorso da parte di un paziente portato in ambulanza, c’era stato un intervento delle forze dell’ordine per un motivo che non era ben chiaro». Ieri in aula è emerso anche che gli agenti «una volta appreso lo stato di ipoglicemia del paziente hanno mollato subito la presa e sono andati via».