Gazzetta di Modena

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Il racconto

Hayette e il ritorno dell’incubo delle bombe su Gaza dopo la tregua: «Situazione terribile»

di Laura Solieri

	Hayette Cheikh
Hayette Cheikh

Cheik, 34enne di Modena, insieme al fratello Jaafar è in contatto con amici che vivono nella Striscia di Gaza, vittime degli attacchi di Israele: «Sono morti civili, tra cui donne, bambini e anziani, persone malate. Come Modena per la Palestina vorremmo fare un presidio con più realtà possibili per tenere alta l’attenzione»

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MODENA. Le bombe su Gaza sono tornate e le notizie che arrivano dai civili sono terribili. Ne parliamo con Hayette Cheikh, 34 anni, di Modena, che fa parte del comitato Modena per la Palestina ed è la referente di BiSabr, gruppo di giovani di fede musulmana, nati e cresciuti in Italia. Hayette e suo fratello Jaafar sono stati in contatto fin dalle prime ore dell’interruzione della tregua con amici che vivono nella Striscia di Gaza, vittime degli attacchi.

Il racconto di amici e conoscenti

«Io ho un’amica che vive a Rafah, città a sud di Gaza, e mio fratello ha contatti a Jabalia e a Khan Yunis, con un amico il cui fratello lavora per l’Assistenza Umanitaria di Gaza – spiega Hayette Cheikh che è anche in costante contatto con l’Imam di Modena che a sua volta riceve notizie da un medico di Gaza City che fa parte di Medici Senza Frontiere - Domenica mattina, il 16 marzo, mi è arrivato un messaggio via Whatsapp dalla mia amica con la notizia che una moschea a Rafah, sita vicino all’abitazione dei suoi genitori, era stata attaccata dai militari durante la preghiera – riferisce Hayette - I militari hanno iniziato a sparare, hanno ucciso persone, e in loco era per caso presente anche un giornalista, che stava pregando e ha documentato tutto». Quello stesso giorno, l’amica di Hayette, mentre le dava la notizia, era alla ricerca di un medico per la figlia di 7 anni con un’infezione alla pelle dovuta alla scarsa igiene causata dalla poca acqua sul luogo e conseguente impossibilità di lavarsi adeguatamente.

Il terrore della guerra che ritorna

«La situazione sembrava tornata relativamente tranquilla quando durante la notte tra lunedì e martedì, alle due, mi sono ritrovata con il cellulare pieno di suoi messaggi sui bombardamenti ripresi all’improvviso» riporta Hayette affranta. Recita il messaggio dell’amica: “Violente esplosioni stanno accadendo ovunque a Gaza. La guerra sta tornando... Senza alcuna introduzione, all’improvviso... Un bombardamento isterico, folle e violentissimo in tutte le zone della Striscia di Gaza. Decine di martiri e feriti...Oh Signore, la terra si è ristretta davanti a noi con ciò che ha accolto. O Signore, stiamo digiunando, esausti e stanchi. Non l’abbiamo ancora superata. Quindi abbi pietà della gente di Gaza che è morta a terra... Moriamo soli da due anni, o Signore... Siamo soli!”.  Contemporaneamente, a Jafar sono arrivati messaggi audio con la notizia che hanno dato fuoco alla tendopoli di Jabalia, sempre di notte: negli audio si sentono le urla di bambini, uomini e donne dentro le tende.

Tenere alta l’attenzione

«L’amico di mio fratello non risponde più, la mia amica invece dice che sta cercando rifugio in un posto dove non c’è rifugio da nessuna parte – continua Hayette - Il medico ci ha mandato foto di persone che scappano, sulle auto, sui carretti, su quello che trovano. Come Modena per la Palestina stiamo cercando di vedere se è possibile fare un presidio con più realtà possibili con lo scopo di tenere alta l’attenzione – conclude la referente - L’attacco non è stato dichiarato, è avvenuto all’improvviso, di notte, mentre la gente dormiva e durante il mese del Ramadan in cui stiamo digiunando, siamo stanchi, esausti. Hanno attaccato dei civili, sono morti dei civili, tra cui donne, bambini e anziani, persone malate. Siamo nel mese sacro musulmano: la tregua c’è stata durante il periodo di feste ebraiche, ed è stata rispettata. Questo fa riflettere».