A Modena chiude Oreste, i gestori: «Arredi portati via? Erano nostri»
Il legale della società: «Pochi affitti insoluti che hanno portato allo sfratto»
MODENA. «Quegli arredi erano nostri, e di conseguenza sono stati portati via in maniera del tutto legittima». A una settimana dalla pubblicazione sulla Gazzetta della notizia della chiusura dello storico ristorante Oreste di piazza Roma, a intervenire è la società Oreste srl, che ha gestito il locale negli ultimi sei anni, fino alla chiusura avvenuta nei giorni scorsi. Un intervento affidato al legale della società, l’avvocato modenese Enrico Fontana: «La Oreste srl - spiega il legale per conto dei gestori - ha stipulato, sin dal 2019, un contratto di acquisto di azienda e relativi beni e un contratto di locazione commerciale rispettivamente con il signor Cantoni Walter e la signora Cantoni Rosaria (rispettivamente ex titolare del ristorante e attuale proprietaria dell’immobile, entrambi figli di Guerrino, per tutti “Oreste”, ndr). «I locali - riprende la società - sono stati ristrutturati e arredati integralmente dalla stessa Oreste Srl, con arredi originali degli anni Cinquanta di Giò Ponti e Venini, a fronte di una spesa di molte centinaia di migliaia di euro, che ha dato nuovo lustro, splendore e visibilità al locale».
«Gli arredi erano nostri»
Sempre sulla questione dell’arredamento, poi, i gestori intendono fare ulteriore chiarezza: «Come risulta dal contratto di locazione commerciale, erano e sono di proprietà della Oreste Srl e, pertanto, in parte sono stati asportati in modo assolutamente legittimo, altri potranno e dovranno esserlo, mentre numerosi interventi strutturali compiuti nei locali a spese della Oreste Srl sono rimasti a beneficio della proprietà».
«Insolute pochissime mensilità»
Per quanto riguarda i rapporti con Cantoni, il legale fa notare che «nonostante la gestione della Oreste Srl sia cominciata nel 2019, immediatamente prima del Covid, e della conseguente chiusura forzata, non sono stati lasciati debiti, e quanto dovuto al signor Cantoni per la cessione di azienda è stato integralmente pagato. Sono rimaste insolute, dopo sei anni di contratto, solo pochissime mensilità della locazione dovute a Rosaria Cantoni: morosità che ha dato luogo allo sfratto, dopo una trattativa, non andata a buon fine, per la vendita a terza persona».
«Agito in piena trasparenza»
E, infine, arriva la difesa dei soci, che ribaltano l’accusa: «I soci e il procuratore speciale della Oreste Srl dichiarano di aver sempre operato in prima persona e in piena trasparenza, destinando i locali esclusivamente alla attività di ristorazione e di non aver arrecato alcun danno materiale, né di immagine, al ristorante Oreste ed, anzi, rivendicano di aver sempre agito nell’esercizio e nel rispetto dei propri diritti. Al contrario, lamentano di essere stati loro le vittime di una grave, quanto ingiustificata, campagna denigratoria e diffamatoria da parte della proprietà, rispetto alla quale respingono al mittente ogni accusa e adiranno le vie giudiziarie per la tutela dei propri diritti e della propria immagine, anche in sede penale».
Sul futuro del locale resta il silenzio, ma intanto, il caso Oreste si trasforma in un affare legale, mediatico e d’immagine. E promette di non finire qui.
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