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Il caso

Asilo a Montale, genitori in protesta: «Due ore di “riposino” sono troppe»

di Mattia Vernelli

	Una foto di archivio di alcuni bimbi all'asilo
Una foto di archivio di alcuni bimbi all'asilo

La preside replica: «Non si può assumere un’insegnante in più»

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CASTELNUOVO. «I nostri bambini sono obbligati controvoglia a dormire durante il pomeriggio. È un’inutile forzatura: tanti genitori stanno valutando di cambiare istituto». A sollevare la polemica sono i genitori dei bimbi della scuola dell’infanzia “Gian Burrasca” di Montale, frazione di Castelnuovo.

«Obbligo inconcepibile»

Da oltre un anno e mezzo, lei e altri portano avanti una battaglia «contro l’inconcepibile obbligo per i nostri bambini di passare due ore al pomeriggio sdraiati sulle brandine: molti non dormono e aspettano semplicemente che le ore di riposo finiscano. Vorrebbero fare altro: giocare, correre, divertirsi. Invece, sono vincolati a questa attività, solo perché nella scuola manca personale. Sono rari i momenti in cui c’è la compresenza di più insegnanti, e questi non possono fare altro che fare dormire i bambini, perché non hanno la possibilità di creare due gruppi separati. È vero che il budget dell’istituto arriva dal Ministero, ma ogni scuola ha una certa autonomia di spesa. Basterebbe assumere una nuova insegnante – sostiene la madre - per meno di 10 ore a settimana, un costo irrisorio per la scuola, ma che porterebbe enormi benefici per gli alunni. È giusto essere obbligati a rimanere fermi immobili, sdraiati per ben due ore, quando sono nel pieno delle loro energie e vitalità? Soprattutto per i bambini più grandi, dell’ultimo anno, è un vero disagio».

Malumore convidiso

Il malumore è condiviso da un gruppo di genitori: «Una mamma ha portato il proprio bimbo in una scuola paritaria alcuni anni fa. Mio figlio – continua la madre – ha 5 anni e dovrà fare ancora un anno pieno di scuola, e anche io sto valutando di cambiare istituto e rivolgermi a un privato. Tutto ciò comporta un certo costo economico, senza considerare i disagi del bambino che deve adattarsi a una scuola diversa. Per questo motivo, molte famiglie cercano soluzioni alternative, ritirando i propri figli alle 13, spesso con grande difficoltà organizzativa, o appoggiandosi a nonni e babysitter. Alcuni hanno già portato i propri bimbi in altri istituti, e io sto valutando lo stesso». In questi anni, i genitori più volte hanno fatto sentire la propria voce, e la richiesta di vedere l’organizzazione della didattica.

«Aperti al confronto»

È stata Amelia Cerrato, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Leopardi, a rispondere ai genitori: «Le attività della scuola vengono presentate ai genitori all’inizio dell’anno scolastico. Siamo sempre stati aperti al confronto e al dialogo, e mi domando come mai non è stato interpellato direttamente il personale docente della scuola. Non è possibile assumere un’insegnante in più, perché dobbiamo rispettare parametri ben precisi dal Ministero dell’Istruzione, sui quali non abbiamo alcuna discrezionalità. In ogni caso, abbiamo provato, alcuni anni fa, a evitare l’attività di riposo pomeridiana, ma abbiamo riscontrato un certo nervosismo tra i bambini. La realtà è che quasi la totalità dei bambini dorme durante le due ore di riposo, solo una piccolissima parte, tra quelli più grandi, rimane sveglio, e ascolta le storie dei libri letti dal personale docente. Non è possibile sdoppiare le classi, e accorpare i gruppi di bambini che non dormono, inoltre, per una questione di sicurezza: la struttura non ci permette un’organizzazione di questo tipo», ha concluso.

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