Il Bruco custode della tradizione a Fiumalbo. «Avviciniamo i giovani ai monti»
Paolo Colò dirige il ristorante: «L’ambiente sia nel cuore»
FIUMALBO. La cucina di una volta, quella delle tradizioni dell’Appennino tosco-emiliano, quella tramandata di padre in figlio nel corso dei secoli. Paolo Colò mantiene viva la tradizione della cucina montanara fiumalbina con il suo ristorante-locanda Il Bruco, sulla via Giardini a cinque chilometri dal Passo dell’Abetone.
Il menu è ampio e comprende crostoni come antipasto, zuppe, sformatini, pasta fresca come primi, carne, funghi e selvaggina come secondi, tenendo conto anche della stagione. E la pizza. I dessert sono fatti in casa.
«Per le prossime festività di Pasqua siamo pressoché completi, come succede peraltro da anni – spiega Colò – La nostra clientela? Famiglie d’estate ma negli altri mesi vengono tanti giovani, molti arrivano in zona per fare escursioni o passeggiate a piedi o in bici e con l’arrivo della primavera iniziano a vedersi i gruppi di motociclisti. Quando abbiamo aperto, nel 1990, erano in maggioranza toscani ad entrare nel nostro ristorante, ma oggi possiamo dire che siamo arrivati a fare 50 e 50 con gli emiliani…».
Nel dettaglio
Il Bruco, che propone anche sei camere da letto e ampi spazi esterni, si trova a poche centinaia di metri dall’abitato di Dogana e in una posizione panoramica che consente all’occhio di spaziare dalla Val di Luce a Pievepelago mentre si mangia, con il Monte Cimone sullo sfondo.
Paolo Colò è coadiuvato in questa attività dalla moglie Gabriella e dal figlio Federico oltre che da alcuni dipendenti. Il Bruco, attività associata da molti anni a Lapam, si è trasferito nella sede attuale nel dicembre 2013, e offre 120 coperti.
«Dobbiamo avere a cuore l’ambiente – afferma ancora Colò – questa è la prima cosa che mi sento di dire da abitante ed operatore economico di questo territorio. Se si sale da Modena, da Bologna, da Roma a Fiumalbo, per assaggiare le nostre specialità devi offrire al cliente quello che qui si produce e non quello che può trovare in città. Ecco perché proponiamo piatti a base di prodotti locali, grazie a fornitori della nostra montagna e a ciò che proviene dalla nostra piccola azienda agricola».
Fiumalbo, città d’arte, inserita nell’elenco dei borghi più belli d'Italia, sconta ovviamente i problemi di altri centri dell’Alto Appennino. La neve che non scende come una volta poi indebolisce il turismo invernale.
Il bilancio
«Quest’anno è andata meglio poiché di neve ne è venuta di più anche se molte giornate sono state caratterizzate dal brutto tempo – conclude il titolare dell’attività – Ma lo spopolamento o la mancanza di servizi rischiano di allontanare i giovani dalle nostre montagne».
Problema comune a diverse località del nostro Appennino è poi la difficoltà di spostamento per chi vi risiede. Per il tragitto Fiumalbo-Modena, ha dimostrato un’indagine svolta proprio da Lapam l’anno scorso, si impiegano mediamente 83 minuti. È importante tenere conto delle esigenze di tante persone che vivono e lavorano in queste aree, che sono splendide ma dove la vita è meno facile che in pianura, proprio per la difficoltà nei collegamenti stradali e la lontananza dai servizi.
La valorizzazione del territorio passa anche da qui, visto che i Comuni sono troppo piccoli e sottodimensionati finanziariamente per potere intervenire come vorrebbero. Anche un centro come il medievale Fiumalbo, noto per le sue peculiari caratteristiche artistiche e storiche, sconta questi problemi.