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La polemica

Cartelloni in città con messaggi anti-aborto, la protesta: «Adesso basta, le donne siano libere»

di Ginevramaria Bianchi
Cartelloni in città con messaggi anti-aborto, la protesta: «Adesso basta, le donne siano libere»

Giovanna Ferrari, attivista dell’Udi, polemizza con la nuova iniziativa del gruppo che prega per la vita davanti al Policlinico di Modena: «Una campagna misogina che ostacola la Legge 194»

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MODENA. “È stato un macigno, una ferita mortale nella mia mente e nella mia anima che per anni mi ha reso incapace di amare, di fidarmi, covando odio, rabbia e risentimenti”. È con queste parole che Anna – il nome che compare come firma – ha raccontato il suo dolore dopo aver abortito, dando vita a una scritta che è comparsa su un cartellone in viale Virginia Reiter a Modena. E in fondo al manifesto trova spazio anche un invito: «L’aborto è una sconfitta, vieni a pregare con noi davanti al Policlinico».

Le polemiche

Le passanti che si trovano a leggere il messaggio, potrebbero essere donne che hanno appena abortito, che fanno fatica a dover affrontare una gravidanza indesiderata o, ancora, che non riescono ad avere un bambino, pur desiderandolo. È giusto che si ritrovino, tutte loro, a dover leggere una testimonianza non richiesta che può aumentare il loro dolore e la loro confusione? Secondo l’attivista di Udi Giovanna Ferrari assolutamente no: «Questa è una campagna misogina, contro le donne e contro la scelta che loro possono avere sui loro corpi. È la stessa polemica montata dai Pro Vita davanti agli ospedali, dietro ci sono le stesse logiche e si ottiene lo stesso risultato: andare in modo massiccio ad ostacolare la legge 194». Secondo Ferrari, infatti, la scritta non vuole essere solo una testimonianza innocente, ma parte di un tentativo di influenzare psicologicamente le donne in un momento difficile: «Le donne devono essere libere di poter scegliere cosa fare del proprio corpo, senza condizionamenti di alcun tipo, senza consigli non richiesti per strada, senza preghiere davanti all’ospedale».

Il dibattito

Il cartellone di viale Virginia Reiter si inserisce così in una lunga serie di polemiche che riguardano la libertà di scelta delle donne e l’influenza di determinati gruppi sulla sfera privata femminile. Le critiche riguardano non solo il messaggio specifico, ma anche la modalità di diffusione della campagna. E in un contesto in cui la legge 194 continua a essere al centro di dibattiti politici e sociali, la testimonianza di Anna si aggiunge a una narrazione che, da un lato, riflette il dolore e la sofferenza vissuti dalle donne, e dall’altro solleva interrogativi sulla legittimità di interventi esterni in questioni così personali e delicate. «C’è bisogno di lasciare le donne libere e incondizionate quando fanno scelte così delicate sul proprio corpo e sulla loro vita – conclude Ferrari –. Perché è vero che è difficile affrontare un aborto, ma è altrettanto complesso gestire una gravidanza indesiderata. E prima che ci si ritrovi ad abortire in maniera illegittima come si faceva in passato, è bene ricordarci cosa dice la legge 194 e preservarla più che mai».

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