Gazzetta di Modena

Modena

La protesta

Sciopero dei metalmeccanici, via Emilia Ovest bloccata per 2 ore: altri presidi in giornata in tutta la provincia


	Lo sciopero dei metalmeccanici in via Emilia Ovest
Lo sciopero dei metalmeccanici in via Emilia Ovest

I sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil incrociano le braccia per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro Federmeccanica-Assital: questa mattina il ritrovo davanti all’azienda Rossi ha mandato in tilt la viabilità, poi la protesta si sposta nella rotatoria 4 passi a Formigine e in quella di via Emilia Est a Castelfranco

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MODENA. Dopo gli scioperi di fine 2024 e del marzo scorso, nuova tornata di scioperi in aprile per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro Federmeccanica-Assistal. Altre 8 ore di sciopero nazionale, infatti, sono state proclamate per aprile da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil da organizzare in tutti i territori. I sindacati hanno anche comunicato che proseguirà il blocco degli straordinari e delle flessibilità. «A Modena – si legge in una nota – le 8 ore di sciopero sono decise dalle Rsu aziendali e articolate di volta in volta. Le Rsu programmeranno con modalità differenti le ore di sciopero e articolate in tutte le aziende della provincia per tutto il mese di aprile e inizio maggio, e ne utilizzeranno una parte anche per partecipare ai presidi già previsti».

I presidi di protesta

Oggi, in concomitanza con le ore di sciopero diversamente articolate dalle Rsu, sono previsti 3 presidi in provincia di Modena, due al mattino e uno al pomeriggio.

  • Il primo presidio è iniziato alle 8.30 e si concluderà alle 10.30 nella rotatoria di via Emilia Ovest a Modena (di fronte all’azienda Rossi), con la presenza dei lavoratori delle aziende metalmeccaniche modenesi di via Emilia Ovest e del quartiere Madonnina.
  • Il secondo presidio è previsto dalle 10 alle 12 nella rotatoria 4 Passi a Formigine (nei pressi di Motovario), con la presenza dei lavoratori delle aziende metalmeccaniche di Formigine, Maranello, Fiorano, Sassuolo, Baggiovara e Casinalbo.
  • Il terzo presidio è previsto dalle 14 alle 16 nella rotatoria di via Emilia Est a Castelfranco (presso Manitou e Magni), con la presenza dei lavoratori delle aziende metalmeccaniche di Castelfranco, San Cesario, Piumazzo, Spilamberto, Castelnuovo, Vignola e Marano.

Domani – giovedì 17 aprile – è previsto un nuovo presidio dalle 10 alle 12 nell’incrocio di via Nonantolana e via dei Torrazzi (presso Annovi Reverberi), con i lavoratori delle aziende della zona industriale Torrazzi di Modena e delle aziende di Nonantola, Bastiglia, Bomporto e Ravarino. Martedì 29 aprile, invece, sciopereranno 8 ore i metalmeccanici delle aziende che non hanno le Rsu.

Le ragioni della protesta e il rinnovo del contratto

Il Ccnl Federmeccanica/Assistal scaduto a fine giugno 2024, riguarda un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori in Italia, circa 30.000 nella provincia di Modena. «La trattativa iniziata il 30 maggio 2024 – spiegano i sindacati – si è interrotta dopo otto incontri ormai cinque mesi fa, precisamente il 12 novembre scorso, quando la parte datoriale ha presentato una “contro-piattaforma” rifiutando di negoziare sulla piattaforma dei lavoratori. Da allora, i sindacati hanno già effettuato 24 ore di sciopero complessive, che arriveranno a 32 con le ultime proclamate. Contemporaneamente e con le stesse modalità sciopereranno le lavoratrici ed i lavoratori delle aziende che applicano il contratto Unionmeccanica /Confapi, contro le risposte insufficienti in un tavolo di trattativa che non dà nessun affidamento. Queste ulteriori 8 ore di sciopero porteranno a 16 le ore di astensione dal lavoro. Fiom, Fim e Uilm, sul fronte del salario, chiedono un aumento medio a regime per il livello C3 (ex quinto livello) di 280 euro lordi per il triennio luglio 2024-giugno 2027. Le imprese rifiutano di ragionare su elementi economici che vadano oltre l’Ipca, non discutono degli interventi contro la precarietà richiesti dai sindacati, non discutono delle tutele richieste per i lavoratori e le lavoratrici degli appalti. Non discutono degli strumenti necessari ad affrontare il futuro e la transizione, quali la riduzione degli orari di lavoro. Le lavoratrici ed i lavoratori metalmeccanici vogliono il contratto, non discutere le proposte degli imprenditori, ma le richieste votate e portate alle controparti. E se sarà necessario non si fermeranno».