Gazzetta di Modena

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Il caso

Il ritorno dello sciamano Ferrari. Ha mandato a processo gli usurai: li aveva denunciati in diretta tv

di Stefania Piscitello

	Hemers Ferrari, lo sciamano
Hemers Ferrari, lo sciamano

Tutto è cominciato nel periodo del Covid, quando Hermes Ferrari, lo “sciamano” modenese, era diventato portavoce del movimento “Io Apro” che si opponeva alle chiusure imposte per arginare il virus.

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MODENA, Tutto è cominciato nel periodo del Covid, quando Hermes Ferrari, lo “sciamano” modenese, era diventato portavoce del movimento “Io Apro” che si opponeva alle chiusure imposte per arginare il virus. Ospitato in trasmissioni televisive, aveva sostenuto di non potersi permettere di abbassare le serrande della sua attività perché aveva contratto debiti con alcuni usurai di Modena. Una denuncia di portata tale che non era passata inosservata, tanto che ad un certo punto la procura aveva deciso di vederci chiaro.

La storia
Ebbene, da quelle indagini ieri in tribunale il giudice ha disposto il processo per cinque persone, accusate a vario titolo di usura e abusiva attività finanziaria. Infatti le indagini della procura si sono allargate e sono state particolarmente complesse: inizialmente l’ipotesi è che dietro ci fosse un giro ancora più ampio. Qualcosa comunque, secondo la tesi d’accusa, è emerso: altri presunti usurai e presunte vittime. Ferrari è stato convocato e dopo le sue dichiarazioni le indagini si sono concentrate su un soggetto che gli avrebbe prestato 10mila euro a fronte di una richiesta di 3900 euro di interessi.

In televisione
A questo (che si è sempre difeso ed è assistito dall’avvocato Alfonso Marra) è contestata un’altra presunta usura del 2018, in cui aveva chiesto 1500 euro di interessi a fronte di un prestito di 10mila al proprietario di una discoteca. Ieri lui e un altro sono stati rinviati a giudizio per questi due episodi; altre due persone andranno a processo come presunte complici. Sempre il principale imputato, insieme ad altri due è accusato di “prestiti amichevoli”. Gli avvocati che assistono gli imputati, oltre a Alfonso Marra, sono Rocco Cariglino e Luigi Preite.

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