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La storia

Smarty di San Damaso, dagli anni ’60 ai giorni nostri: epopea all’insegna dell’innovazione


	Smarty di San Damaso
Smarty di San Damaso

Se oggi gli outlet fanno parte del panorama commerciale italiano, pochi sanno che un pezzo fondamentale della loro origine ha radici modenesi

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MODENA Ci sono imprenditori che seguono le tendenze e altri che le creano. Giancarlo Salvaterra appartiene senza dubbio alla seconda categoria. La sua storia, legata a doppio filo alla Smarty di San Damaso, è una testimonianza straordinaria di visione e adattamento. Dai primi passi negli anni ’60 fino alle soluzioni distributive più avanzate di oggi, Salvaterra ha saputo trasformare ogni cambiamento in un’opportunità, anticipando le rivoluzioni del mercato.

La storia
La storia di Smarty inizia grazie all’intraprendenza dei genitori di Giancarlo, Giovanni e Marta, che avviarono l’attività nel settore tessile. Ma è con l’ingresso di Salvaterra che l’azienda assume un ruolo pionieristico. Se oggi gli outlet fanno parte del panorama commerciale italiano, pochi sanno che un pezzo fondamentale della loro origine ha radici modenesi. Per ripercorrere questa storia dobbiamo andare alla fine degli anni ’60, quando i coniugi Salvaterra danno vita alla Smarty, che in pochi anni, grazie ad accordi con i più importanti grandi magazzini e distributori a livello mondiale, arriva ad avere un centinaio di dipendenti con una produzione uomo e donna sia a marchio proprio che per alcuni dei più famosi stilisti europei. Negli anni ’80 arrivano le prime crisi del tessile abbigliamento e con l’entrata in scena di Giancarlo, inizia il cambiamento di Smarty. Una conversione che si sviluppa attraverso diverse tappe, la prima attorno agli anni ’90 grazie all’esperienza maturata negli Stati Uniti, «dove ci recavamo spesso – racconta Giancarlo – per presentare agli acquirenti americani le nostre produzioni. Lì da qualche anno operavano i mall, outlet di media dimensioni dove le griffes vendevano i propri prodotti. Assieme a due soci di Milano portammo questa esperienza in Italia, a Saranno, in Val d’Aosta, Milano e Biella, catturando subito l’attenzione di marchi come Nike, che avevano visto in queste strutture un fattore di visibilità sul nostro territorio. Di fatto, si trattava dei primi outlet, non villaggi commerciali come quelli che siamo abituati a vedere oggi, ma edifici nei quali marchi di abbigliamento vendevano i loro prodotti in corner, senza limitarsi ai campionari, ma con linee appositamente studiate».
Ma l’innovazione non si ferma. Con l’arrivo dei grandi centri outlet – il primo di questi, a Serravalle, apre nel 2000 – Smarty si reinventa ancora una volta, anticipando la crescita delle vendite online. Salvaterra sviluppa una formula unica: campagne di vendita a tempo, con sconti significativi su prodotti selezionati e un sistema che integra fotografia, promozione, logistica e spedizioni.

Il modello Smarty
L’ultima evoluzione del modello Smarty è un’idea che unisce business e responsabilità sociale: i saldi privati per i dipendenti delle grandi aziende. L’iniziativa prevede temporary store all’interno delle sedi aziendali, con sconti dal 30% al 50% e una percentuale del ricavato destinata in beneficenza a enti scelti dall’azienda ospitante o a fondazioni che supportano bambini e ragazzi affetti da malattie oncologiche.

Il marchio
E il marchio Smarty? «Nel corso degli anni l’attività dell’azienda di famiglia è notevolmente cambiata. La produzione è stata in gran parte esternalizzata ed oggi puntiamo di più sui servizi distributivi che sulla vendita dei nostri prodotti, pur avendo conservato lo spaccio di San Damaso. La disponibilità di spazi ci ha portato a riqualificare l’immobile che abbiamo ristrutturato in un’ottica di sostenibilità tanto ambientale quanto sociale. E in questa operazione ci è stata particolarmente vicina CNA, che si è rivelata preziosissima per l’assistenza relativa a tutti gli adempimenti autorizzativi richiestici. Ma non solo: l’adesione all’associazione ci ha permesso di contare su numerose opportunità».
Oggi, nell’ex stabilimento Smarty, in via Vignolese, trova spazio un’offerta commerciale adatta alle famiglie, da quelle con neonati (con tanto di corsi dedicati) , poi scarpe e abbigliamento.

«Ripercorriamo l’idea tutta nostra di un mall, con prezzi che rispondono a quelli adeguati ad una famiglia con un reddito medio. Perché la vera sostenibilità non può prescindere da una sua concreta capacità di rispondere alle possibilità economiche dei cittadini-consumatori», conclude Giancarlo.