Gazzetta di Modena

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Il caso

Violenza a Magreta, tensione Modena-Formigine per la gestione del minore straniero non accompagnato

di Luca Gardinale

	La comunità "Orione 80" ospitava il giovane
La comunità "Orione 80" ospitava il giovane

Il 17enne tunisino responsabile dell’aggressione choc a una 65enne di Tabina era in carico ai Servizi sociali del Comune di Modena e in cura presso i servizi dell’Ausl, che avevano scelto come struttura la comunità “Orione 80”: nel distretto ceramico non lo sapevano

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FORMIGINE. Era seguito dai Servizi sociali del Comune di Modena il 17enne non accompagnato di origini tunisine che oggi si trova in un centro ad Ancona con l’accusa di tentato omicidio, violenza sessuale e rapina pluriaggravati nei confronti della 65enne aggredita martedì scorso a Tabina di Magreta.

Tensione tra i Servizi sociali

Dopo essere arrivato dalla Tunisia come minore straniero non accompagnato, il ragazzo è stato infatti preso in carico dai Servizi sociali del Comune di Modena, che hanno attivato la procedura per individuare una struttura per l’accoglienza. Ricerca che ha portato i responsabili del Servizi di Modena a individuare la comunità “Orione 80” di Magreta, dove il ragazzo è stato ospitato. Il minore aveva inoltre manifestato alcuni problemi, che hanno portato il Comune di Modena ad avviare un percorso presso i Servizi dell’Ausl. Una situazione delicata, insomma, che alla luce della brutale aggressione di martedì 15 aprile ha fatto salire la tensione tra i Servizi sociali dell’Unione del Distretto ceramico, che non sapevano dell’“invio” nella struttura di Magreta di un soggetto potenzialmente problematico da Modena, e che in questi giorni non hanno nascosto un certo disappunto.

La sindaca Elisa Parenti

Tutto questo in una situazione di forte tensione che nei giorni scorsi, soprattutto sui social, ha portato diversi utenti della rete a insultare e augurare alla sindaca di Formigine Elisa Parenti di subire la stessa violenza di cui è stata vittima la 65enne di Magreta. Una violenza che Parenti aveva condannato poche ore dopo l’episodio, facendo sapere che «quanto accaduto ci colpisce profondamente e lascia un senso di dolore, rabbia e smarrimento. Il nostro primo pensiero va a lei, alla sua sofferenza, al coraggio che ha avuto. Come istituzioni abbiamo il dovere di starle accanto, di proteggerla e di garantirle tutto il supporto necessario».