Gazzetta di Modena

Modena

La tragedia

Studente morto in Veneto, il ricordo del compagno di corso all’università: «Addio Francesco, eri speciale»

di Manuel Marinelli

	Lo studente scomparso Francesco Nardon e l'amico Lorenzo Barberio
Lo studente scomparso Francesco Nardon e l'amico Lorenzo Barberio

Lorenzo Barberio, collega del corso di Ingegneria del veicolo di Unimore, ricorda il 21enne Nardon inghiottito dal fiume insieme al padre: «Dovevamo andare a fare un giro in moto, eravamo già d’accordo: mi mancherai»

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MODENA. La passione per la moto e la musica. Una carriera universitaria esemplare e un futuro roseo davanti a sé. Poi la tragedia ha spazzato via tutto: Francesco Nardon, 21 anni, studente di Ingegneria a Unimore, è morto giovedì scorso in auto con il padre Leone, 64 anni, a Valdagno (Vicenza). Il fiume Agno, a causa delle forti piogge che si sono abbattute sul nord Italia, ha inghiottito il ponte che stavano percorrendo padre e figlio. I corpi senza vita sono stati ritrovati il mattino seguente a chilometri di distanza, trascinati dalla corrente.

Il ricordo dell’amico
Una tragedia immane, che colpisce anche Modena e l’Ateneo: Francesco, infatti, era un brillante studente di Ingegneria del Veicolo presso Unimore. A ricordarlo è Lorenzo Barberio, un compagno di corso di Catanzaro: le loro strade si erano incrociate un anno fa proprio sui banchi di Unimore.
«Avevamo legato subito, ci siamo conosciuti subito dopo l’inizio delle lezioni circa un anno e mezzo fa, eravamo seduti uno a fianco all’altro. Ora andavamo a lezione con la sua macchina, la stessa auto su cui viaggiava la sera dell’incidente. Nell’ultimo mese in particolare ci vedevamo praticamente tutti i pomeriggi per studiare e giocare a tennis – racconta ancora incredulo l’amico – Ci accomunava anche la passione per le moto, mi aveva detto di andarlo a trovare nel suo paese per fare un giro sul Costo di Asiago. Eravamo già d’accordo, io avrei contraccambiato portandolo sulla Sila a Catanzaro. Purtroppo non lo faremo mai...».

Una carriera universitaria perfetta
La sua carriera universitaria procedeva spedita, senza intoppi. «Era molto bravo, si impegnava molto, puntava a laurearsi il prima possibile prendendo comunque ottimi voti. Eravamo grandi amici, ci sedevamo sempre uno accanto all’altro, pranzavamo insieme, e uscivamo tra una lezione e l’altra a fare due chiacchiere – continua Barberio – Venerdì avevo visto l’incidente alla tv, volevo scrivergli per chiedere com’era la situazione ma non l’ho fatto. Poi nel pomeriggio gli ho scritto su Instagram, non mi ha risposto e mi è sembrato strano... Qualche ora dopo sul gruppo dell’università hanno detto che era lui la vittima di quell’incidente che avevo visto. Ci sono rimasto davvero male, ho faticato a dormire la notte».

Lo strazio dei colleghi all’università
La notizia ha subito fatto il giro del dipartimento di Ingegneria e di tutto l’ateneo. Gli amici e i colleghi sono sprofondati nel dolore.
«Francesco era un ragazzo riservato, io invece conosco un po’ di gente. Mi diceva sempre: “Oh ma tu conosci tutti” e infatti gli avevo presentato alcuni amici con cui si era instaurato un bel rapporto. Eravamo usciti recentemente in via Gallucci. Suonava anche la tromba nella banda del paese, io invece la chitarra: volevamo suonare insieme un giorno ma anche questa è una cosa che non succederà mai» conclude l’amico Lorenzo.