Evaristo, la storia dello “sceriffo della Bassa”: «Ecco come sono diventato l’incubo dei ladri»
L’85enne di San Felice per una vita guarda giurata: «Un lavoro davvero duro. Non sono mancate le soddisfazioni e i riconoscimenti per il mio operato»
SAN FELICE. Evaristo Sissa è stato una guardia giurata per trent’anni: un periodo in cui si è guadagnato sui giornali l’appellativo di “sceriffo della Bassa”. Nato il 12 ottobre del 1939 a Finale Emilia, da quando si è sposato vive a San Felice. Mentre scorre le foto del suo album dei ricordi si sofferma su uno scatto che ritrae lui in divisa un anno fa, quando hanno inaugurato il duomo di Finale. Ma dove inizia la storia di Evaristo?
Il racconto
«Questa è la mia mamma, che è morta a soli 32 anni - racconta sfiorando la fotografia - Si chiamava Angiolina. Nella sua famiglia c’erano 8 bambini e, siccome subito dopo la guerra non si aveva niente da mangiare, i suoi genitori l’avevano affidata agli zii. Loro non potevano avere figli e la presero volentieri». Erano storie frequenti all’epoca, come quella che riguarda il papà di Evaristo, Adler. «Quando è finita la guerra io avevo 6 anni. Non si sapeva di cosa sfamarsi, così per guadagnare qualcosa mio papà andava in piazza a Mortizzuolo al lunedì mattina, dove arrivavano i signori possessori di terra e decidevano chi avrebbero fatto lavorare. Io ero piccolo, ma capivo. Dopo pochi mesi mio padre ha fatto domanda per diventare guardia giurata a Finale Emilia, proprio come da grande ho fatto io», continua l’ex guardia giurata della Bassa.
L’inizio della carriera
Un destino e una vocazione, quella di Evaristo, che inizia a lavorare per l’istituto di vigilanza Colli. Nell’aprile del 1981 compare sulla Gazzetta di Modena un articolo dal titolo “Metronotte spara in aria e mette in fuga i ladri”: sarà la prima di una lunga serie di imprese riportate proprio dalla Gazzetta nel corso dei decenni successivi. Nel settembre dello stesso anno Evaristo mette in fuga alcuni malviventi che durante la notte avevano tentato di appiccare un incendio in una scuola.
“L’incubo dei ladri”
L’anno 1981, sempre testimoni gli articoli sulla testata locale, termina con ben tre atti eroici della guardia giurata, che a Massa Finalese prima sventa il furto di otto macchine per scrivere elettriche, poi blocca un giovane che aveva rubato un autoradio e infine fa fallire un colpo ai danni di un magazzino di ricambi per trattori a Mortizzuolo. Nel febbraio del 1982 Evaristo racconta in un’intervista sulla Gazzetta di come in un anno e poco più abbia già messo in fuga venti ladri: «Più o meno - precisava ancora Sissa - Non riesco neanche a ricordarli tutti. La cosa più spettacolare è l’aver sventato due furti nella stessa notte, a mezz’ora di distanza l’uno dall’altro. Era il sei giugno, due ragazzi cercavano di rubare a un distributore di benzina, altri in un negozio. Devo dire che la mattina dopo ero molto stanco, ma anche molto soddisfatto».
L’intervento eroico
Per quanto fosse stanco Evaristo non si fermava e nell’ottobre dello stesso anno fece grande scalpore un suo atto di coraggio: in prossimità della Banca Popolare di San Felice si aggirava una vettura sospetta, poi risultata rubata. Il ladro in questione, che si rivelò in possesso di una pistola P38 con relative munizioni e di un passamontagna, fu arrestato grazie all’intervento di Evaristo, che avvicinatosi alla macchina sparò un colpo in aria a scopo intimidatorio e ordinò all’uomo di alzare le braccia.
L’inseguimento
Tante altre furono le azioni di Sissa, una su tutte l’inseguimento di due giovani che avevano cercato di impossessarsi di un furgone carico di prodotti alimentari. I due avevano agganciato il furgone alla loro Fiat 128, ma verso le 4 del mattino erano stati notati dalla guardia giurata, che insospettita dallo strano “tandem” si è posta al loro inseguimento. I ragazzi hanno tagliato il cavo che collegava la macchina al furgone e sono ripartiti, ma Sissa non si è arreso continuato a seguirli. Prima sono precipitati in un pioppeto, infine sono stati catturati dai carabinieri di Finale. «Ci sono stati anche momenti difficili, ma me la sono sempre cavata», è ancora il racconto di Evaristo Sissa. Certamente a Evaristo piaceva il mestiere e le innumerevoli lettere di merito ricevute negli anni dimostrano il bene che le persone gli hanno voluto e che gli vogliono ancora oggi, mentre racconta le sue “memorie di servizio”.
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