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«Si chiamano cappelletti»: in via Emilia Ovest è già clima derby con il cartellone de “Il Meme Reggiano”

di Ginevramaria Bianchi

	Salvatore Cusimano e il cartellone
Salvatore Cusimano e il cartellone

Un “oltraggio” ai tortellini in città: l’idea è di Salvatore Cusimano, 24enne che ha creato una pagina Instagram da quasi 40mila follower: «Mi piace scherzare sul campanalismo, voglio vedere che effetto fa ai modenesi e ho pensato di farlo prima della sfida del 1° maggio al Braglia»

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MODENA. Da oggi, i tortellini non si chiamano più tortellini. A dirlo, un cartellone spuntato in via Emilia Ovest – tra la Bruciata e la Madonnina – che riporta a caratteri cubitali la frase “si chiamano cappelletti” con una decisione tale che, solo a leggerla, viene da strofinarsi gli occhi e chiedersi se si è ancora a Modena o se, per sbaglio, si ha varcato il confine reggiano senza accorgersene. Perché si sa che qua, in terra modenese, si chiamano tortellini, e niente storie. E invece, qualcuno ha avuto la faccia tosta di appiccicare quella scritta proprio lì, tra una rotonda e un semaforo.

L’idea di un giovane reggiano

Ma chi ha potuto affermare tale eresia? Facile: un reggiano. Per essere precisi, il ventiquattrenne Salvatore Cusimano, ideatore della pagina social da quasi 40mila follower @ilmemereggiano. «Il cartellone non pubblicizza nulla, se non una verità reggiana lanciata come una sfida – comincia a raccontare Cusimano –. Volevo vedere l’effetto che avrebbe fatto ai modenesi. Soprattutto, farlo a modo mio: con uno “sputa fatti”, come diciamo noi giovani sui social, ovvero quella situazione in cui qualcuno ti dice in faccia una verità non richiesta. E la verità, per noi reggiani, è che si chiamano cappelletti, non tortellini».

Un vero assaggio di derby del Secchia

A spingerlo all’azione è stato il derby del primo maggio tra Modena e Reggiana, quando tanti reggiani percorreranno proprio la via Emilia per raggiungere il Braglia: «Mi sembrava il momento giusto per infilare il primo cartellone. Per ora ce n’è solo uno, ma non si sa mai… Modena è grande”. E nel frattempo i modenesi non si sono ancora scaldati: “Ho postato le foto del cartellone e, per ora, i modenesi non hanno dato grandi segnali di disapprovazione: o non l’hanno visto o stanno covando la risposta. Comunque, il colpo è stato piazzato. I reggiani? Loro sono entusiasti”. Sui social, infatti, sotto al post della pagina, piovono messaggi d’approvazione: “Massima stima”, “Voglio farci un selfie”, “Diffondiamo il verbo in tutta l’Emilia” e, con tanto di menzione al dialetto reggiano, “Comune di Modena non besiatevi”».

Un solo obiettivo: scherzare sul campanlismo

«Non mi interessa diventare virale – confessa Cusimano –. Mi piace scherzare sul campanilismo, farci dell’ironia. Sono partito a 17 anni per noia creando questo account. Ho fatto un meme sulla mia città e da lì è nato tutto. Prima Reggio, poi anche menzioni sulle altre città vicine. Alla fine, l’approccio è sempre stato lo stesso: ridere di quello che ci divide, perché sotto sotto ci unisce. Ed è proprio da qui che è nato questa idea, che non intende fermasi qui». E infatti Parma – dove li chiamano anolini – è già nel mirino: “Ho in mente qualcosa anche per le altre città – svela –. Ma non escludo, come ho già detto, di poter tornare anche a Modena».

La città del tortellino come risponderà?

E adesso? Adesso tocca a Modena decidere se rispondere o rimanere in silenzio. Perché da queste parti si può scherzare su tutto, ma non sui tortellini, che i modenesi da sempre si litigano coi propri vicini di casa, facendogli la guerra. E si sa, che per vincerla, è necessario munirsi di un sorriso e un cucchiaio per tirar su il brodo. Altro che cartelloni.