Gazzetta di Modena

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Il caso

Il fratello di Daniela Ruggi indagato per maltrattamenti in famiglia

di Daniele Montanari
Il fratello di Daniela Ruggi indagato per maltrattamenti in famiglia

Fascicolo aperto d’ufficio per condotte sulla madre e la sorella Roberta. Ma lui si difende: «Io mai aggressivo, ho sempre cercato solo il loro bene»

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MODENA. È indagato per maltrattamenti in famiglia Alberto Ruggi, il fratello di Daniela. Il procedimento riguarda le sue condotte verso la madre e la sorella Roberta, ma non sono state loro a denunciarlo: il fascicolo è stato aperto d’ufficio dalla Procura.

È questa la ragione che ha portato nei giorni scorsi al colpo di scena della perquisizione dei carabinieri nella casa di Prignano dove Alberto vive con madre e sorella, e al sequestro di quattro cellulari: i due in possesso di Alberto, quello della madre e quello della sorella.

Gli sviluppi

Il fascicolo sarebbe nato nell’ambito delle indagini sulla scomparsa di Daniela Ruggi, sorella di Alberto. Gli inquirenti hanno sentito tutti in famiglia, e nelle loro deposizioni madre e sorella, descrivendo il clima famigliare, avrebbero parlato di forme eccessive di “controllo” da parte di Alberto, in cui la Procura ha trovato gli estremi per procedere per maltrattamenti.

Che sarebbero avvenuti soprattutto per telefono, da qui l’acquisizione degli apparecchi, da cui verranno estratte le copie forensi per documentare tutto. Non è dato sapere al momento se vi siano elementi che portano gli inquirenti a ipotizzare condotte maltrattanti di questo tipo anche verso Daniela, scomparsa da settembre. Lei il 6 aprile 2024 denunciò Alberto per lesioni e tentata violazione di domicilio, ma questo fascicolo va verso l’archiviazione, chiesta dal pm. Alberto ha sempre detto di aver tentato di entrare nella casa di Vitriola solo per vedere in che condizioni viveva. E il degrado è stato documentato anche dai servizi sociali.

La difesa

«Non ho mai tenuto comportamenti violenti o aggressivi né verso mia madre né verso le mie sorelle Daniela e Roberta, e loro questo lo sanno perfettamente – sottolinea Alberto – da quando mio padre è morto, ho sempre sostenuto io la mia famiglia e le questioni che ci riguardano. Ho sempre e solo tenuto che loro fossero al sicuro e che vivessero nel migliore dei modi, che fossero tutelate vista la loro estrema fragilità e vulnerabilità. Ho sempre ritenuto fossero estremamente ingenue ed in difficoltà sia mia madre che le mie sorelle, ed è per questo che me ne occupo da sempre. Tutte queste mie legittime preoccupazioni verso di loro però sono sempre state vissute come ingerenza, quando in realtà il mio intento è sempre stato solo quello di supportare la mia famiglia, con cui comunque sono in buoni rapporti».

Il suo avvocato

«Non sussiste alcuna denuncia ad oggi in danno del mio assistito da parte dei famigliari, per cui risulta un atto dovuto l'iscrizione d'ufficio del procedimento penale – nota Deborah De Cicco, l’avvocato di Alberto – il mio assistito certamente riuscirà a dimostrare che nessun tipo di vessazione è stata mai perpetrata verso mamma e sorelle, laddove non si è mai trattato di imposizioni ma di assistenza e supporto nella gestione delle questioni familiari»