I palloncini con i messaggi degli amici volano in cielo per Giada: «Ti accompagnino in Paradiso»
Commozione nella chiesa di San Paolo per il funerale della ragazzina di 12 anni morta per un malore sulla spiaggia di Lido delle Nazioni il giorno di Pasquetta. I compagni delle scuole medie Calvino e di kickboxing alla Shoot Team uniti alla famiglia in un grande abbraccio
MODENA. «Giada era il sole, ora il cielo si è oscurato. Abbiamo pianto tanto e oggi dobbiamo fare tutti lo sforzo di ricordarla con un sorriso, anche se è difficile, quasi impossibile. L’unica consolazione è un versetto del vangelo che recita “Chi crede in Dio non morirà mai”». Sono queste le parole di Serena Napoletano, amica stretta di Natalina Militello, mamma di Giada Fratucello, la ragazzina modenese di soli 12 anni morta il giorno di Pasquetta sulla spiaggia di Lido delle Nazioni, nel Ferrarese, mentre giocava in compagnia della sua famiglia. Nonostante l’intervento repentino dei soccorsi l’ultimo soffio di vita dell’adolescente è volato via a causa di un malore improvviso causato da una grave patologia latente e asintomatica di cui nessuno, prima dell’autopsia che è stata effettuata, sapeva nulla.
In più di 200 al funerale
Questa mattina, nella chiesa di San Paolo apostolo a Modena, sono stati celebrati i funerali alla presenza di oltre 200 persone tra cui molti ragazzi giovanissimi, compagni e compagne di scuola di Giada (frequentava la prima media alle Calvino) con genitori e professori, i tanti cugini e parenti, i compagni di sport (faceva kickboxing alla palestra Shoot Team di Modena) oltre ai tanti amici e conoscenti della famiglia. Una cerimonia funebre all’insegna della semplicità, celebrata da padre Luigi Cabri che, dopo aver letto nell’omelia una preghiera cristiana definita dal padre stesso «un grido di pianto rivolto a Dio, affinché possa aiutare la famiglia di Giada ad accettare una morte che anche a coloro che hanno una fede salda appare incomprensibile», ha chiamato tutti i compagni e gli amici della piccola defunta sull’altare per recitare insieme, tenendosi per mano, il “Padre nostro”. Una cerimionia molto commossa che però ha visto la chiesa riempirsi di fiori e colorarsi di palloncini tutti sui toni del bianco, del rosa, del lilla, dell’azzurro e del giallo.
I ricordi commossi
«Erano i tuoi colori preferiti – ha sussurrato un’amica di Giada durante un momento di ricordo dall’ambone dell’altare – e noi oggi abbiamo voluto portarli qui in chiesa per dirti ciao. Poi li lasceremo volare in cielo, ognuno con attaccato un pensiero che tanti di noi hanno voluto dedicarti scrivendolo su un bigliettino, affinché ti accompagnino nella salita in Paradiso». «Eri un portento della natura – ha ricordato sempre dall’altare una cugina – eri tanto sicura di te da arrabbiarti quando qualcosa non ti andava bene, ma anche tanto sensibile quando c’era qualcosa che ti colpiva o emozionava. Vederti crescere è stato un onore che però è durato troppo poco. L’unica cosa che mi rincuora è che lassù potrai continuare a giocare con gli angeli, per te il gioco era tutto. Sei stata una sorpresa dal giorno zero, un vulcano di energia, uno dei sorrisi più luminosi che non abbia mai visto. Hai sempre avuto le idee molto chiare su ciò che volevi. La cosa bella è che non te ne è mai fregato nulla di piacere a tutti, ma al contrario hai sempre voluto fare le cose che ti piacevano a te e ti facevano sentire bene. Questo è il più grande insegnamento che ci lasci in eredità». «Giada, anche da lassù continua a ridere di quelle cose che ci facevano ridere – ha aggiunto la zia tra le lacrime – la nostra vita continuerà e io sono sicura che non sarai mai lontano da noi, sarai solo dietro l’angolo, e nei ricordi e nei sogni continueremo a ridere, a scherzare e giocare».
I palloncini in cielo
La cerimonia si è conclusa sul grande sagrato della chiesa di stradello del Luzzo, al Villaggio Zeta, con un lungo applauso all’uscita del feretro dalla chiesa e, sulle note di “Sta passando novembre” di Eros Ramazzotti, sono stati fatti volare centinaia di palloncini colorati in cielo, accompagnati anche da qualche fuoco d’artificio.