A scuola i “peer educator” per contrastare le dipendenze: ecco il progetto di prevenzione dell’Ausl
#ScelgoIo è l’iniziativa pensata per le superiori nata dopo un’indagine condotta nell’anno scolastico 2023/24, che ha coinvolto 2.406 studenti tra i 14 e 16 anni: alcol, sigarette, binge drinking, cannabis e gioco d’azzardo, la realtà che emerge e come affrontarla
MODENA. Si accende una sigaretta in cortile, si beve nel fine settimana, si prova una canna per curiosità. Poi magari si gioca online, si scommette per noia. Ma dietro la leggerezza apparente di certi comportamenti giovanili si nascondono le conseguenze, di cui non tutti sono a conoscenza. È la realtà che emerge dai dati raccolti attraverso il questionario somministrato nell’ambito del progetto #ScelgoIo, promosso dall’Azienda Usl di Modena.
L’indagine dell’Ausl tra gli studenti
L’indagine, condotta nell’anno scolastico 2023/2024, ha coinvolto 2.406 studenti minorenni tra i 14 e i 16 anni provenienti da tutta la provincia di Modena, e i dati parlano chiaro: nel mese precedente alla rilevazione, il 37% degli studenti ha consumato alcolici, il 18% ha fumato sigarette, il 12% ha praticato binge drinking, il 7% ha fatto uso di cannabinoidi e il 17% ha partecipato ad attività di gioco d’azzardo. E se è vero che nella maggior parte dei casi si tratta di consumi saltuari – il 13% fuma occasionalmente, il 34% beve alcolici sporadicamente, il 10% ha provato il binge drinking, il 5% ha fatto uso occasionale di cannabis e il 15% ha giocato d’azzardo in modo non abituale – resta il fatto che una parte di ragazzi ne ha dichiarato un uso regolare: il 5% nel caso del fumo, il 2% per alcol, binge drinking, cannabis e gioco.
Il progetto #Scelgolo
È anche alla luce di ciò che si sviluppa #ScelgoIo, un progetto educativo che affida la prevenzione ai ragazzi. Ogni anno, circa 400 studenti delle classi quarte delle scuole superiori diventano peer educator (educatori alla pari) dopo una formazione curata. Il loro compito è quello di andare nelle classi prime a parlare di dipendenze. Le lezioni si trasformano in momenti interattivi, il linguaggio è informale, l’approccio è orizzontale.
Gli studenti “peer educator”
E il messaggio arriva. «Ricoprire questo ruolo è una grande responsabilità, ma sappiamo di fare la cosa giusta – affermano Margherita, Martina, Alessandro e Yasmine, i quattro peer della classe 4B del Barozzi –. I ragazzi con noi si aprono volentieri e, senza timore, riusciamo a sviluppare un rapporto alla pari». «Raccogliamo dati sulle abitudini degli studenti e cerchiamo di far emergere conoscenze, pregiudizi e convinzioni sbagliate – racconta Roberto Paola, psicologo dell’Ausl e referente dell’iniziativa –. Ci chiedono quanto tempo serve per diventare dipendenti da una sostanza, come si può smettere, fino a cosa fare se un amico è in difficoltà. E noi siamo lì per dare risposte, ma anche per spiegare, nel caso, dove trovare aiuto».
La direttrice del programma dipendenze patologiche
«Quando si affrontano questi temi, bisogna evitare di trasmettere il messaggio che “tutti lo fanno”, perché questo non è vero – Chiara Gabrielli, direttrice del programma dipendenze patologiche dell’Ausl di Modena – Molti ragazzi non si mettono a rischio, e va detto chiaramente: si può scegliere». Dopotutto, è questa la chiave del progetto, che non criminalizza ma accompagna, non impone ma costruisce. Perché alla fine, #ScelgoIo è un patto educativo tra scuola, sanità e, soprattutto, ragazzi. Perché non è vero che tutto è inevitabile. Quando si smette di parlare “a” e si inizia a parlare “con”, accade qualcosa. E quel qualcosa, a Modena, si traduce in migliaia di studenti che imparano che no, non tutti lo fanno. E soprattutto che sì, possono scegliere.
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