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Tradizione

Nella gelateria New Monique padre e figlia fianco a fianco da 25 anni

Nella gelateria New Monique padre e figlia fianco a fianco da 25 anni

Bruno ha rilevato l’attività 25 anni fa lasciando la professione di idraulico Lara ha iniziato il pomeriggio dopo l’esame di maturità: «Vendiamo felicità»

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FIORANO. «Gli ingredienti per un buon gelato? Innanzitutto, la cura per le materie prime, ma anche tanta passione e rispetto per la comunità». Una risposta che arriva di getto quella di Bruno e Lara Santi, papà e figlia titolari della gelateria New Monique di Fiorano, un vero e proprio punto di riferimento per la comunità locale. Del resto, non li metti assieme per caso 25 anni di attività, un’avventura che inizia addirittura prima, con la precedente gestione di questa storica – letteralmente – gelateria.


La storia
Un viaggio iniziato un po’ per caso: «Eravamo attorno al 1998, all’epoca facevo l’idraulico, un mestiere di cui però mi andavo stancando – racconta Bruno - Facendo dei lavori a casa sua, Loris Marazzi, fondatore e titolare della Monique, mi propone di rilevare la gelateria. Fatti due conti, da amante dei gelati (e della pizza, ma questa è un’altra storia) decido di buttarmi, e così eccoci qui, senza nemmeno cambiare il nome del nostro esercizio: non avrebbe avuto senso gettarne alle ortiche la visibilità già acquisita». Lara, invece, altre esperienze professionali alle spalle non le aveva: «La mattina del 13 luglio 1999 davo l’orale della maturità, al pomeriggio ero al lavoro in gelateria», racconta con un sorriso. Lo stesso sorriso che spicca sul suo volto quando confida del primo gelato preparato, «Una focaccina, con il cliente che mi ha detto che non andava fatta così». «A me – gli fa eco Bruno – toccò un bimbo che mi mise alla prova dicendomi: vediamo se sai fare un cono». Da allora tanti coni fatti, ma anche tanto tempo impiegati in corsi di aggiornamento sulle decorazioni delle torte, tanti sabati e domeniche in gelateria, le ferie passate in negozio, «io probabilmente ho perso una parte della mia adolescenza, ma i tanti riconoscimenti e le testimonianze d’affetto che ricevi compensano tutto. I sorrisi dei bambini, quelli di chi viene a ritirare una torta per un momento familiare importante. Ma anche gesti concreti: ricordo ancora tutti i fiori arrivati in gelateria in occasione della nascita di mio figlio. Sì, ci sentiamo davvero parte di questa comunità, anche se abitiamo in un altro comune», raccolta con orgoglio Lara.

L’avventura non si ferma
«Addirittura siamo stati letteralmente un punto di riferimento ufficiale per i bambini in caso di smarrimento», aggiunge Bruno. «Certo, i momenti brutti non sono mancati, a cominciare dal Covid. «I primi momenti successivi al lock down sono stati duri. Per una decina di giorni non abbiamo potuto lavorare. Poi ci siamo attrezzati per le consegne a domicilio e il fatto di strappare un sorriso in quelle settimane, fatte di perplessità e paura, è stato davvero importante. Ma sono stati duri anche i momenti successivi alla fine della pandemia, quando ci siamo accorti che tanti colleghi delle attività vicine non ce l’avevano fatta».

Una fase in cui il supporto di CNA è stato particolarmente utile. «L’interpretazione delle varie ordinanze, il supporto anche piscologico, il rapporto con la sede locale della Confederazione, dove siamo associati da una ventina di anni sono stati e sono tutt’ora preziosi». La specialità della casa? «Le torte, senza dubbio, che sono molte apprezzate ovviamente per i sapori, ma anche per le decorazioni. Ne abbiamo perso il conto di quante ne facciamo». Ed i gelati? «Tanti e siamo piuttosto tradizionali: puntiamo di più sulla qualità che sui gusti fuori dall’ordinario. I cremini, in particolare al pistacchio, sono i più apprezzati», precisa da dietro il bancone Lisa, un altro volto della New Monique, ma «qualcosa di più di una dipendente», precisa Lara. Certo, a volte gli esperimenti non riescono, tipo il cremino alla banana, «ma queste cose le dimentichiamo in fretta», dice sorridendo Bruno. Ma rifareste tutto? Non hanno dubbi Bruno e Lara. «Sì, a me piace stare in mezzo alla gente», dice il primo. «Facciamo il mestiere più bello del mondo: vendiamo felicità», ribadisce la seconda. Che altro, allora? l