Ubriaco e insanguinato scappa dal Pronto soccorso e affronta un’infermiera nel cuore della notte
La donna era rimasta sola all’interno del laboratorio analisi dell’ospedale di Pavullo nella notte tra mercoledì 30 e giovedì 1 maggio
MODENA. Stava effettuando alcune analisi presso il laboratorio dell’ospedale di Pavullo, era notte si trovava lì da sola quando un uomo in evidente stato di alterazione psico-fisica, ubriaco e insanguinato, si è presentato alla porta del laboratorio dopo essersi allontanato dal Pronto soccorso senza alcuna dimissione. Protagonista è un’infermiera che nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio svolgendo il proprio turno serale all’interno della struttura ospedaliera.
Cosa è successo
Tutto è stato denunciato dalla donna al sindacato Uil Fpl, che ha poi reso nota la dinamica: «Il paziente ha avuto accesso alla palazzina del laboratorio – fisicamente distaccata dal presidio ospedaliero principale – mentre la dipendente stava svolgendo le proprie mansioni in completa solitudine. Constatata la pericolosità della situazione, la lavoratrice ha prontamente chiuso l’accesso e richiesto aiuto al Pronto soccorso, come da procedura interna. Tuttavia, la risposta è arrivata solo dopo alcuni minuti di attesa telefonica e con indicazioni completamente difformi dalle disposizioni aziendali: è stato infatti suggerito alla dipendente di chiamare autonomamente il 118, invece di attivare il protocollo di emergenza interno».
I soccorsi
La donna ha allora avvertito la propria famiglia: «Nel frattempo, in stato di agitazione e comprensibile paura, la dipendente ha avvisato il proprio padre, che ha dovuto contattare i carabinieri per garantire l’intervento delle forze dell’ordine».
L’Avap, allertata per il soccorso, una volta giunta sul posto, ha cercato il paziente e non avendolo trovato è rientrata dopo aver chiesto più volte alla lavoratrice se avesse bisogno di supporto. Sul posto sono prontamente arrivati anche i carabinieri e la dirigente del laboratorio per ricostruire l’accaduto.
La denuncia del sindacato
«La Uil Fpl denuncia con forza il fallimento delle misure di prevenzione e protezione che, pur formalmente esistenti, non sono state attuate con efficacia. Quanto accaduto dimostra ancora una volta che il lavoro in solitaria in ambito sanitario è inaccettabile. Nessuna procedura, nessun dispositivo può sostituire la presenza di un secondo operatore in turno, soprattutto in orari notturni e in strutture isolate. Chiediamo con urgenza all’Azienda USL la sospensione immediata del lavoro in solitaria presso il Laboratorio Analisi di Pavullo e presso tutte le strutture sanitarie che ad oggi si ritrovano in questa situazione in particolare sul territorio di Pavullo e l’attivazione di un confronto permanente con le organizzazioni sindacali per la revisione dei protocolli di sicurezza e per l'assunzione immediata di personale sanitario che possa risolvere tale problematica senza dover ricorrere alla chiusura dei servizi che versano in tale situazione di profondo pericolo. La tutela dei lavoratori e delle lavoratrici non può essere sacrificata per logiche organizzative o di risparmio. La sicurezza è un diritto. E noi continueremo a difenderlo».