Gazzetta di Modena

Modena

Lo show

Cruciani allo Storchi con via Crux: «A Modena se non ti dichiari antifascista niente spazi pubblici? È ridicolo»

di Manuel Marinelli
Cruciani allo Storchi con via Crux: «A Modena se non ti dichiari antifascista niente spazi pubblici? È ridicolo»

Il conduttore de “La Zanzara” porta in scena questa sera, 3 maggio alle 21, il suo spettacolo contro il politicamente corretto

3 MINUTI DI LETTURA





MODENA. A un anno dalla prima data, Giuseppe Cruciani continua a prendere a schiaffi il politicamente corretto con il suo spettacolo Via Crux. Una battaglia che da anni porta avanti dai microfoni de “La Zanzara” su Radio 24 e che sbarca questa sera alle 21 al teatro Storchi dopo sold out in tutta Italia.

Cruciani, in un mondo politicamente corretto, via Crux si pone come uno schiaffo alla cultura perbenista. Perché questa lotta?

«La porto avanti da sempre. Lo spettacolo è un viaggio nelle follie che ci hanno accompagnato in Italia negli ultimi anni, dalle femministe che pensano più ai nomi al femminile che ai problemi delle donne, o che hanno allargato il concetto di molestia a dismisura, con il risultato che non facciamo più distinzione tra violenza vera e sciocchezze. Oppure la comunità Lgbtq+ che se non sei d’accordo con loro ti considera omofobo e una parola fuori posto ti porta in tribunale. Quella del politicamente corretto è una dittatura ed è viva e vegeta».

È giusto dire che la libertà di espressione è minata dal politicamente corretto?

«In Italia la libertà di espressione è ampissima, alla faccia dei progressisti che dicono che viviamo in un regime autoritario. La questione è che abbiamo subito un lavaggio del cervello di minoranze che impongono un certo tipo di linguaggio e ti etichettano in un certo modo: razzista se sei contro l’accogliere tutti, omofobo se credi nella famiglia tradizionale e fascista se non ti proclami antifascista».

A proposito, il Comune di Modena richiede una dichiarazione antifascista per poter utilizzare gli spazi pubblici. Cosa ne pensa?

«Per me è una cosa ridicola e antidemocratica. Perché devo compilare un foglio per dire che sono antifascista? Non voglio dichiararlo, non ho nessun obbligo, per usufruire di uno spazio pubblico devo essere in regola con altre cose. Io lo sono così come sono anticomunista».

A “La Zanzara” ospita spesso personaggi fuori dal coro, contrari al politicamente corretto anche se parte di comunità che lo difendono. Perché?

«Le organizzazione femministe rappresentano una minoranza di tutte le donne, così come la comunità Lbbtq+ per gli omosessuali. Io guardo alle singole persone non alle associazioni che le rappresentano o ai militanti. Non me ne frega nulla di classificare le persone a seconda del coming out. Una persona è una persona».

Il caso di Elena Maraga, licenziata dall’asilo in cui lavorava perché presente su Onlyfans come lo vede?

«Un caso eclatante di super politicamente corretto applicato alla prostituzione digitale e al sesso. La signorina non fa nulla di male, non commette reati ed era largamente accettata ed elogiata dai padri e della madri degli studenti. Ora è stata licenziata per aver osato aumentare il proprio stipendio in un modo non ortodosso che non piace ai puristi dell’ insegnamento».

Se fosse la maestra di suo figlio?

«Non avrei alcun problema, anzi ne sarei felice».

Il politicamente corretto è bipartisan secondo lei? Nessuno ne è immune?

«Sì è trasversale, poi certo c’è più a sinistra per un motivo semplice: in questi anni le battaglie sui dritti hanno portato a equivalenti divieti per gli altri. E quindi la libertà di espressione c’è più nel centrodestra, dove c’è più dibattito, più apertura. Sulla prostituzione, ad esempio, la sinistra vuole colpire i clienti, la destra sta aprendo alla legalizzazione. O almeno teoricamente, poi non faranno nulla...»

Una parte dello spettacolo riguarda anche Papa Francesco. È confermata?

«Certo, parleremo di lui rispetto alla famosa frase sulla “frociaggine” nei seminari. Avevo pensato di toglierla dopo la morte ma sarebbe stata una follia, quello che dico io viene dimenticato, ma quello che dice un Papa rimane per sempre. Tra l’altro questa sera a Modena sarà la prima data dopo la morte». l