Modena, più di 300 per l’addio a Ferrarini: «Grande educatore e amico»
La chiesa di San Benedetto non è bastata a contenere la folla. C’erano anche i bimbi del calcio e le ragazze della pallavolo in divisa. Il commosso ricordo di un prof suo collega
MODENA. Più di 300 persone commosse ieri mattina, sabato 3 maggio, hanno voluto dare un ultimo saluto pieno d’affetto a Eugenio Ferrarini, prof e allenatore di tante società scomparso a 67 anni.
La folla
La chiesa di San Benedetto Abate non è bastata a contenere la folla. C’erano le ultime realtà che ha allenato: i bimbi della squadra di calcio Spezzanese e quelli della Vis Cittadella in divisa, e così le ragazze del Volley Maranello, molte con gli occhi lucidi. C’erano tanti dirigenti sportivi, genitori. C’erano numerosi prof della scuola media Cavani di Serra. Ma c’era anche Giovanni Boschini, direttore del Sacro Cuore di Modena, dove Eugenio ha insegnato prima. Da qui anche due padri giuseppini (tra cui padre Giamberto Pegoraro, collega per tanti anni con lui al liceo) che hanno concelebrato con il parroco, don Matteo Malavolti. E c’erano tanti, tantissimi amici che si sono stretti alla moglie Emanuela, e agli altri parenti.
La commozione
«Che bello vedervi qui così in tanti attorno ad Eugenio – ha detto don Matteo – significa che ha seminato bene dove è passato. Lo avete amato per la persona che era, e questa cosa rimane. Eugenio non è più visibile ai nostri occhi, ma la persona che era, e tutto quello che rappresentava, rimane per sempre, perché Eugenio adesso è vivente in Cristo per sempre. Tutte le cose veramente importanti della vita come l’amicizia, l’amore e l’affetto, non si vedono. Ma è in nome di queste cose che facciamo le scelte decisive. E sono le cose che restano».
Al termine della celebrazione, le parole commosse del prof Vittorio Vergottini, suo collega a Serra: «Quando Eugenio andò in pensione nel 2021 noi colleghi gli abbiamo fatto una piccola festa. Al termine, gli abbiamo consegnato due coppe. Una per il grande insegnante che era. L’altra per ringraziarlo come impareggiabile collega e amico. Sulla prima abbiamo scritto: “Al professor Ferrarini, un vero educatore. Uno sguardo profondo sui ragazzi, in un mare di umanità, competenza e impareggiabile simpatia”. Sulla seconda: “Al collega Eugenio: un vero amico. Un sorriso scanzonato sugli eventi, in un cielo di lealtà, rigore e indimenticabile allegria”. Ciao Eugenio, sono certo che in questo momento stai sorridendo al Signore, e che Lui sta sorridendo a te con una tenerezza infinita».
Poi ha preso la parola un ragazzo, Giovanni Missiroli, che lo ha avuto allenatore nella San Faustino: «Il mio ricordo più bello con lui è questo. Era il 2012, eravamo in semifinale e finimmo ai rigori. Io ero capitano, ma non volli tirare. Alla fine perdemmo. Lui rispettò la mia scelta, ma dopo venne da me e mi disse: “Un vero capitano avrebbe tirato fuori i cog...ni, preso la palla e tirato per primo”. Mi pentii tantissimo di essermi tirato indietro, è una cosa che mi ha fatto riflettere. Ecco, Eugenio era questo, in un mare di simpatia».