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La tragedia

Morto in auto sull'A13, il dolore di sorella e colleghi: «Gianluca era speciale, sempre sorridente»

di Mattia Vernelli

	A sinistra Giuliano Bassoli, a destra la sua auto uscita di strada
A sinistra Giuliano Bassoli, a destra la sua auto uscita di strada

Il ricordo di Maurizia Bassoli, sorella della vittima: «Quando ho saputo che era morto mi è crollato il mondo addosso». Il collega Giuliano Sacchi del Riacef: «Trovava sempre le parole giuste per aiutare i pazienti»

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MODENA. «Mio fratello era una persona speciale, sempre con la battuta pronta e un sorriso enorme stampato in faccia. Venerdì, appresa la notizia, mi è crollato il mondo addosso».
È la sorella Maurizia a ricordare Gianluca Bassoli, vittima del tragico incidente sull'autostrada A13 Bologna-Padova, all'altezza di Bentivoglio, a causa di un malore.

Chi era Gianluca Bassoli
Originario di Novi di Modena, viveva a Spilamberto da trent’anni e lavorava come massoterapista presso il Poliambulatorio di fisioterapia Riacef di Modena. A Spilamberto aveva lavorato anche al ristorante e al bar San Pellegrino, di cui la sorella è attuale proprietaria: «Era empatico, riusciva a dialogare con tutti, gli amici stravedevano per lui. Gianluca, fin da bambino, aveva un sorriso contagioso, era un piacere averlo accanto. Con il nipotino Roberto aveva un legame indissolubile, era la sua grande gioia».

Il ricordo
C’è un aneddoto che la sorella e gli amici ricordano con affetto: «Quando ci siamo trasferiti a Spilamberto, lo chiamavano “il Raner”, ovvero “mangia rane”, nome scherzoso dato a quelli della Bassa. Così iniziarono a regalargli tanti oggetti a forma di rana: lampadari, portachiavi, biglietti, calamite. L’ultimo è stato un esemplare secco molto raro che un suo amico gli ha portato dal Giappone pochi mesi fa. In casa aveva accumulato più di 500 oggetti, a cui teneva molto. “Quando non ci sarò più non azzardatevi a buttarli via! Voglio che siano conservati, così vi ricorderete di me, il Raner”, diceva sempre. Era così: genuino, sapeva trasformare qualsiasi cosa in un simpatico scherzo».

I colleghi di lavoro
Bassoli era conosciuto anche per la sua attività professionale: da 23 anni lavorava al Poliambulatorio Riacef di Modena, come racconta il collega Giuliano Sacchi: «Era il mio braccio destro. Con i fisioterapisti più giovani aveva sempre una parola di riguardo, si preoccupava che fossero coinvolti nel gruppo. Li chiamava alla domenica a pranzo a casa sua, era un ottimo cuoco. Ai pazienti, quando li vedeva preoccupati per le condizioni di salute, sapeva sempre trovare le parole giuste. Era carismatico, un professionista sul luogo di lavoro e un amico dentro e fuori dal Riacef».
Bassoli ha mosso i primi passi nel mondo della fisioterapia nei primi anni 2000: «Si è avvicinato a questo mondo – continua Sacchi – per pura passione: lavorava con la sorella al Ristorante San Pellegrino e ha iniziato a fare il massaggiatore seguendo prima diverse società sportive, come il Modena, il Castellarano e altre squadre. Quando ho appreso la notizia della sua scomparsa è stato un colpo al cuore. L’ho comunicato a chi di dovere, poi ho spento il telefono fino alla mattina dopo. Il magone era enorme, travolgente, avevo bisogno di tempo per metabolizzare la tragica notizia. Gianluca ha lasciato un segno indelebile». Il dottor Mauro Prandini, vuole ricordare l’amico Gianluca come «una persona semplice, che metteva amore in quello che faceva. Oltre ad essere un professionista nel suo mestiere, era bravissimo ai fornelli: era un grande cuoco, dava gioia a tutti ai pranzi di gruppo. Ci mancherà tanto».

L’ultimo saluto
Bassoli lascia il figlio Mattia, il nipote Riccardo e i fratelli e sorelle Massimo, Maurizia, Pietro e Roberta. I funerali saranno in data da destinarsi, con la salma che sarà portata nei prossimi giorni presso la Sala del Commiato del cimitero di San Cataldo di Modena.

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