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L’analisi

Gruppo di aiuto per padri separati: «Fase dura, anche economicamente»

di Maria Sofia Vitetta
Gruppo di aiuto per padri separati: «Fase dura, anche economicamente»

Lo psicologo Boldrini: «Molti non riescono a sostenere le spese senza i nonni». Al Centro per le famiglie in via del Gambero una serie di incontri di discussione e auto-aiuto

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MODENA. Vengono spesso affrontati come “trattati di pace” da stipulare a proprio vantaggio, anche a costo di lotte tra avvocati. Eppure sono gli accordi per un divorzio o per la rottura di una convivenza e l’obiettivo di ciascuno diventa ottenere le condizioni che gli appaiono ottimali per l’affidamento dei figli e le spese del loro mantenimento.
Gli appuntamenti
A chi si trova ad affrontare una separazione, da uomo sposato, da compagno o da padre, sono rivolti una serie di incontri di discussione e auto-aiuto, gratuiti e di libero accesso, al Centro per le Famiglie di via del Gambero 77. Lunedì si è tenuto il primo, mentre stasera si terrà il secondo. Poi ancora il 12,19 e 16 maggio.

L’analisi
Tanti sono gli uomini che, anche nel caso di separazione consensuale e di affido condiviso, sono posti in una condizione di svantaggio rispetto alla donna, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto economico. Nella maggior parte dei casi risulta la componente maschile ad essere genitore non collocatario, e, per questo, deve lasciare la casa che condivideva con la partner, cercando un altro alloggio, elemento fondante per poter vedere i figli. Per risolvere le conflittualità della coppia, a volte si ricorre alle vie legali, riuscendo con difficoltà a trovare un accordo tra parti spesso inconciliabili, ma inasprendo ancor più i rapporti con l’altro nella quotidianità ed aumentando i costi della separazione.
 

L’intervista
«In molti non riescono a sostenere queste spese, cifre molto elevate rispetto ad uno stipendio medio. Non possono permettersi di affittare un appartamento e ricorrono ai nonni, tornando a vivere con loro», racconta Franco Boldrini, psicologo e psicoterapeuta che ha dato inizio 15 anni fa a questi incontri, rivolti anche ai nonni. «Spesso sono proprio loro che provvedono ad accogliere i nipoti ed a sopperire alle esigenze di carattere affettivo, nel caso in cui il figlio sia in crisi, dato che una chiusura del matrimonio include anche una sconfitta, un vissuto di carattere emozionale». Durante gli appuntamenti si intrecciano di volta in volta, come forma di aiuto reciproco, le storie e le esperienze dei presenti, qualsiasi fase della separazione stiano vivendo o che questa bufera l’abbiano già superata.
Il confronto serve
I padri e gli uomini separati che hanno già partecipato ad un ciclo di incontri vengono invitati a tornare negli anni successivi da figure “senior”, per raccontare ai “junior”, che partecipano per la prima volta, i cambiamenti di vita che hanno dovuto affrontare. «È un’occasione di confronto con chi si trova nella stessa situazione, non perché “mal comune sia mezzo gaudio” o per poter dire: “Siamo tutti sulla stessa barca, guarda che sfortuna!”, ma per cercare soluzioni in prospettiva», spiega il professor Massimo Panari, che 10 anni fa si è avvicinato a questi incontri da utente, diventando, poi, un collaboratore insieme a Gianfranco Molinaro.

L’iniziativa
Negli ultimi 15 anni sono stati circa 150 uomini ad aderire all'iniziativa. Affinché sia proficua e venga data a tutti la possibilità di parlare di sé, confrontandosi con gli altri, l’affluenza prevista non è superiore alle 8 o 10 unità per ogni ciclo di appuntamenti. «Cerchiamo di aiutare a gestire la fase conflittuale, prima di quella dei dispetti, dell’ignoro reciproco, per arrivare alla fase della civiltà. Alcune coppie, casi non frequenti, riescono grazie al percorso a recuperare il rapporto», racconta Panari. «Noi lavoriamo sul versante maschile – continua il dottor Boldrini – perché su quello femminile stanno già operando tantissimi centri». «Gli uomini, invece, hanno particolare pudore nel parlare di se stessi, ma esplodono», in quanto la loro ritrosia a raccontare i loro problemi li rende comunque vulnerabili. Rispetto a quando gli incontri sono iniziati, la capacità di gestione della separazione nelle coppie è molto cambiata e sta diventando «sempre più conflittuale negli ultimi tempi. Inoltre, su due matrimoni uno si spacca nel giro di 5 o 6 anni. Purtroppo questo tipo di situazione si sta allargando sempre di più».