Four Festival, musica e solidarietà nel ricordo di Alessandro Po: «In 1.600 per dire “Ciao Alle”»
Gli amici del 41enne morto a febbraio hanno organizzato l’evento nel negozio Sessantallora di via dell’Industria a Carpi: «Quanta partecipazione, la città si è stretta alla sua famiglia. E ci saranno altre edizioni»
CARPI. Sabato scorso, in via dell’Industria, gli spazi del negozio Sessantallora si sono trasformati in un luogo di memoria e celebrazione: così la città di Carpi ha voluto ricordare Alessandro Po, per tutti “Alle”, scomparso prematuramente lo scorso 16 febbraio all’età di 41 anni. In suo onore è nato il Four Festival, una serata che ha unito più di 1.600 persone sotto il segno della musica e della solidarietà.
Il festival
Organizzato dagli amici di sempre, riuniti nel comitato “CiaoAlle”, l’evento è stato un vero e proprio atto d’amore collettivo. Il ricavato della serata sarà suddiviso in tre destinazioni: una borsa di studio per le figlie di Alle, Caterina e Ludovica; un contributo alla Croce Rossa di Carpi; e un fondo per sostenere giovani musicisti che desiderano intraprendere un percorso formativo. Nel corso della serata si sono alternati sul palco diversi gruppi musicali che avevano condiviso esperienze con Alessandro. Un momento particolarmente emozionante è stato l’omaggio musicale preparato a sorpresa da alcuni musicisti: «Hanno campionato la voce di Alessandro da una sua canzone, isolandola, e durante l’esibizione l’hanno fatta risuonare dal palco con un microfono illuminato, come se ci fosse lui. È stato un attimo magico», ha raccontato Francesco Gorgoni, presidente del comitato. «Siamo molto contenti perché la città ha risposto alla grande, con un’affluenza che non ci aspettavamo: circa 1.600 persone si sono alternate durante la serata», racconta Gorgoni. «Probabilmente ci saranno anche prossime edizioni. L’idea è far crescere il festival, magari coinvolgendo in futuro artisti noti. Max Po, fratello di Alessandro, è un musicista professionista che ha collaborato con nomi importanti. Chissà, forse uno di loro parteciperà. Per Max è stato il concerto più difficile che ha dovuto affrontare: in confronto i grandi palchi che lo hanno ospitato erano delle passeggiate, a detta sua».
L’organizzazione
L’organizzazione è stata una vera corsa contro il tempo: «Abbiamo organizzato tutto in un mese e mezzo. I primi tempi eravamo tutti sotto shock, ma abbiamo pensato che legare l’evento al compleanno di Alle avrebbe portato un’energia diversa. Volevamo trasformare il dolore in qualcosa di positivo. E si è sentita fortemente la sua presenza: era sempre l’ultimo a mollare, quello che ti dava la carica». Il comitato, composto inizialmente da otto amici, è cresciuto rapidamente fino a coinvolgere 65 persone. «Abbiamo costituito un comitato partecipativo: ognuno ha versato una piccola quota per coprire le spese iniziali, in modo che il ricavato potesse andare interamente in beneficenza». Commovente anche la presenza della famiglia di Alle. «C’erano sua mamma, sua moglie, le due figlie. Sono rimaste colpite da questo affetto. Inizialmente non erano preparate, ma poi hanno capito. Tutta la città si è fermata per lui: molti locali di Carpi e dintorni hanno sospeso i loro eventi e sono venuti. Un gesto non scontato». Fondamentale è stata la parte musicale: «Quasi tutti i gruppi erano composti da persone che avevano suonato con lui, dal primo gruppo delle medie fino ai più recenti. La seconda parte è stata affidata a Max Po, che ha suonato con vari musicisti professionisti della zona. E poi il finale, con la sua voce registrata e i palloncini lanciati in cielo dai familiari sul palco, sotto la scritta “Ciao Alle”. È stato il modo giusto per trasformare il dolore in luce».
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