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La cerimonia

Il funerale di Ivan Zaccarelli trasformato in festa: «“Birèda” avrebbe voluto così»

di Serena Arbizzi

	La festa dopo il funerale di Zaccarelli
La festa dopo il funerale di Zaccarelli

In 400 a Rio Saliceto per l’addio allo storico volontario 78enne, vigile urbano per 15 anni a Carpi dal 1982 al 1997: «Sempre, solare e univa tutti da destra a sinistra, da parrocchiani a non credenti. Don Gallo era il suo amico del cuore». Toccante anche il ricordo di Livio Togni dell’omonimo circo

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RIO SALICETO (REGGIO EMILIA). «Lui avrebbe voluto così: gli sarebbe piaciuto vedere la gente socializzare in un momento di convivialità, come ha desiderato tutta la vita». Oltre 400 persone hanno reso omaggio alla generosità e alla capacità di unire anche chi la pensava in modo diverso, di Ivan “Birèda” Zaccarelli. Lo hanno fatto affollando il cortile della sua casa per accompagnarlo nell’ultimo viaggio.

Chi era Ivan “Birèda” Zaccarelli

Vigile urbano a Guastalla e dal 1982 fino alla pensione, nel 1997, a Carpi, Zaccarelli, 78 anni, era l’anima del volontariato a Rio Saliceto e non solo. Dove c’era un braciere o un’occasione conviviale, alla regia c’era sempre “Birèda”. E anche l’ultimo saluto è stata un’occasione per condividere. I famigliari di Ivan si sono alzati alle 5.30 per allestire il cortile dell’abitazione di via De Gasperi a Rio Saliceto e accogliere un grande numero di persone, con tanto di panini con la salsiccia, ciccioli e lambrusco. La cerimonia civile è stata intervallata da momenti struggenti. Come le note di “Bella ciao” che hanno accompagnato il feretro nell’ultimo viaggio. Poi le persone si sono fermate a mangiare e a bere, come avrebbe desiderato Ivan. «È sempre stato solare, univa tutti: destra, sinistra, parrocchiani e non credenti –ricordano la figlia Stefania e il genero Alessio – Don Gallo era il suo amico del cuore, quando veniva qui gli diceva: “Ivan, siamo rimasti solo io e te come unici comunisti in Italia. Con don Carlo Malavasi, già parroco di Rio Saliceto, era molto amico – continuano i famigliari – Quando il don si trasferì vicino a Casina, Ivan caricò il braciere che usava alla festa dell’unità e lo utilizzò per la festa di insediamento». Molto toccante, poi, il saluto dell’amico di una vita di Ivan, Livio Togni dell’omonimo circo. Così come il picchetto d’onore da parte dei colleghi della Polizia locale. Elena Melegari, presidente dell’Anpi ricorda Ivan come «un vero antifascista, non solo per l’organizzazione di eventi con il suo contributo culinario, ma soprattutto per i suoi principi etici e morali. Testimone di racconti tramandati dal papà partigiano Dario, ci ha sempre raccontato l’importanza della Resistenza. Partecipava alle ricerche storiche locali. Il suo impegno nella nostra associazione è sempre stato prezioso».

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