Fatture false e riciclaggio nell’edilizia, maxi operazione con perquisizioni anche a Modena
Un meccanismo legato «all’illecito sfruttamento della normativa legata al Superbonus 110%», con 29 misure cautelari eseguite dalla Guardia di finanza: «Associazione a delinquere composta da soggetti di origine campana e da numerosi imprenditori presenti sul territorio emiliano-romagnolo»
BOLOGNA. Sarebbe stato «legato all’illecito sfruttamento della normativa legata al Superbonus 110%», e avrebbe «incentrato i propri affari al core business del riciclaggio e autoriciclaggio del denaro, con un meccanismo che veniva innescato attraverso il pagamento di false fatture emesse da imprese fittizie nei confronti di altre imprese realmente esistenti», il sodalizio criminale sgominato dalla Guardia di finanza e dalla Polizia postale di Bologna.
La maxi-operazione
Nel dettaglio, oltre 100 tra poliziotti e finanzieri hanno eseguito 29 misure cautelari – custodia in carcere per il promotore del sodalizio e arresti domiciliari per il suo braccio destro, entrambi casertani sui 40 anni e con precedenti, 10 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e 24 divieti di esercitare attività imprenditoriale per 12 mesi (sette di queste 24 persone, tutte campane, hanno anche l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria – e 40 perquisizioni in alcune province dell’Emilia-Romagna (Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna, Reggio Emilia, Forlì e Rimini), della Campania (Caserta e Napoli) e a Mantova, con il contestuale sequestro preventivo di circa tre milioni di euro, somma ritenuta pari ai proventi illeciti realizzati dall’organizzazione.
Le aziende coinvolte
I destinatari dei provvedimenti, dettagliano le Fiamme gialle e la Polizia postale, «sono coinvolti, a vario titolo, in un’associazione a delinquere composta da soggetti di origine campana e da numerosi imprenditori presenti sul territorio emiliano-romagnolo (dove, a quanto si apprende, sono state individuate oltre 130 imprese, due terzi delle quali nel Bolognese, ndr), dedita all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nel settore edilizio per un importo complessivo di circa 24 milioni di euro, nonché al riciclaggio e all'autoriciclaggio dei proventi illeciti conseguiti». All’esito degli accertamenti, gli investigatori hanno scoperto che «a fronte della ricezione delle fatture false, le imprese attive in Emilia-Romagna procedevano al pagamento tramite bonifico, salvo poi recuperare la somma con il denaro contante messo a disposizione da ambienti criminali campani, decurtata della percentuale fissata per il "servizio” prestato». In questo modo «gli imprenditori riuscivano a pagare meno tasse abbattendo fittiziamente i ricavi, oltre a creare provviste “occulte” da reimmettere nel circuito economico».
I dettagli dell’indagine
L'operazione è il risultato di un’indagine condotta dal Centro operativo per la Sicurezza cibernetica della Polizia postale per l'Emilia-Romagna, coordinato dal Servizio Polizia postale e per la Sicurezza cibernetica e dal Nucleo operativo metropolitano della Guardia di finanza di Bologna, sotto la direzione del pm bolognese Flavio Lazzarini. Ad innescare le indagini è stata «la segnalazione, fatta da Poste italiane alla Polizia postale, relativa a movimentazioni sospette, quantificabili in migliaia di euro in entrata e in uscita in archi temporali ristretti, di un conto corrente da poco aperto in una filiale del Bolognese». Gli accertamenti e le attività tecniche sugli intestatari hanno portato ad «individuare un gruppo di persone, composto da imprenditori reali e fittizi nel campo edile, e di ricostruire rapporti e dinamiche che integravano quelle di un'associazione per delinquere». In tutto, sono 14 le società cartiere che, secondo gli investigatori, sono state costituite nel corso del tempo. Nelle indagini, svolte tramite accertamenti finanziari, intercettazioni ambientali e pedinamenti, sono stati coinvolti «i Centri operativi per la Sicurezza cibernetica (Cosc) distribuiti su tutto il territorio nazionale, con il supporto tecnico del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico) della Guardia di finanza».