Fir Campogalliano, ancora incerto il futuro di 43 lavoratori. La Regione pressa: «Urge un piano industriale»
I dipendenti della Fabbrica italiana radiatori, azienda che fa parte di Group Sira Industrie, sono in contratto di solidarietà dopo anni di cassa integrazione. L’assessore Paglia incontra l’amministratore delegato: «Faremo la nostra parte». Scettica la Fiom-Cgil: «Non vediamo prospettive»
CAMPOGALLIANO. Un piano industriale per la Fir. Ecco la priorità indicata da Giovanni Paglia, assessore regionale al Lavoro, per la Fabbrica italiana radiatori.
«La Regione è pronta»
«Occorre definire quanto prima un piano industriale che dia una prospettiva certa e anche nuova al sito produttivo – ha detto Paglia – Mi pare che da parte dell’azienda ci sia la volontà di andare in questa direzione utile a ripartire. La Regione è pronta a dare il sostegno che occorre». Paglia è intervenuto ieri al tavolo virtuale organizzato dalla Regione con Andrea Delucca, amministratore delegato dell’azienda che fa parte di Group Sira Industrie. Presenti esponenti di Confindustria Emilia, dei sindacati Fiom-Cgil e Fim-Cisl, rappresentanti dei lavoratori e il sindaco Daniela Tebasti.
Lavoratori in solidarietà
Circa quaranta dipendenti sono in contratto di solidarietà dopo anni di cassa integrazione. Tra le cause rientrano il mercato contratto dei termosifoni in alluminio e mancate commesse dopo aver investito sulla mobilità elettrica. «Per il rispetto dei lavoratori e di chi fa impresa, non possiamo rassegnarci a una passiva attesa che passi la nottata – ha aggiunto Paglia – Non appena sarà delineata, con un piano industriale, la direzione che si vorrà intraprendere, la Regione farà la propria parte con gli strumenti normativi a sua disposizione, dalla formazione agli interventi, seppur limitati, nell’ambito del supporto allo sviluppo e sostegno degli investimenti industriali».
«Ora il piano industriale»
La Fiom-Cgil ha salutato con favore il contratto di solidarietà, che congelerà gli eventuali licenziamenti entro la fine dell’anno. Il sindacato ha chiesto però all’azienda un nuovo sforzo. «Lo scorso 28 aprile, abbiamo siglato con l’azienda l’accordo per il contratto di solidarietà sino al 31 dicembre 2025 con riduzione sino all’ottanta per cento delle ore di lavoro per tutti i 43 addetti – ha spiegato Leo Puca a nome della Fiom-Cgil di Carpi – a fronte di 34 esuberi dichiarati per l’accesso all'ammortizzatore straordinario». L’azienda s’è detta disponibile a percorrere strade alternative. La Cgil ha chiesto di definirle nel concreto, mettendole nero su bianco come avvenuto con il contratto di solidarietà. «L’ammortizzatore è senz’altro uno strumento difensivo per tutelare i lavoratori sino a fine anno – ha aggiunto Puca – ma non vediamo una prospettiva di futuro per l’azienda. Nell’incontro in video conferenza di ieri mattina con l’assessore regionale Giovanni Paglia, abbiamo incalzato l’azienda sul piano industriale di rilancio, anche puntando sulla riconversione alla produzione del minibus elettrico su cui nei mesi scorsi era stata ventilata la possibilità». Il sindacalista ha aggiunto che resta la speranza di una crescita nel mercato dei radiatori civili e industriali di cui possa usufruire l’azienda con benefici anche per i lavoratori. Tuttavia, il sindacato non esclude azioni di protesta se le risposte attese non arriveranno. «Affidarci alla speranza è un po’ poco – ha concluso il sindacalista della Fiom-Cgil – e siamo pronti a riprendere le iniziative di lotta per chiedere un piano concreto di rilancio all’azienda».
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