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L’orrore

La morte constatata dal 118 e non comunicata, la pensione incassata dal figlio e il cadavere per 4 mesi in garage: tutti i punti oscuri del caso shock di Scortichino

di Daniele Oppo

	Il cadavere di Lidia Ardizzoni era in garage
Il cadavere di Lidia Ardizzoni era in garage

Il decesso di Lidia Ardizzoni, 90 anni, era stato accertato il 4 gennaio scorso, ma né il medico né il figlio 54enne lo avevano comunicato alle istituzioni preposte. Poi il macabro stratagemma durato fino al ritrovamento del corpo da parte dei carabinieri

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BONDENO (FERRARA). Le ipotesi di reato esplorate dalla procura e dai carabinieri sono, al momento, due: l’occultamento di cadavere e l’indebita percezione di erogazioni pubbliche. Ma nella tristissima vicenda di Lidia Ardizzoni, 90 anni, il cui corpo senza vita è stato nascosto per quattro mesi dal figlio a Scortichino (a poca distanza dal confine con Finale) al fine di poter continuare a ritirare e a usufruire della pensione della madre, ci sono anche altri elementi da approfondire.

La constatazione della morte

Il primo e più eclatante tra questi, anche se collaterale, è il fatto che, a quanto risulta, il decesso della signora non è stato nascosto fin da subito, ma era stato invece ufficialmente constatato il 4 gennaio scorso dal 118, intervenuto nell’abitazione. Solo che nessuno ha comunicato nulla alle istituzioni preposte. Né il medico – in questi casi solitamente vengono avvertite le forze dell’ordine –, né ovviamente il figlio della signora Ardizzoni. Il quale, in questo modo, ha avuto la possibilità di agire indisturbato per mesi, almeno fino ad aprile, e incassare la pensione della madre senza destare sospetti. Questo è anche il motivo per cui l’indagine non è per omicidio, essendo pressoché certo che la donna sia deceduta per cause naturali. In ogni caso, la pm Sveva Insalata farà eseguire un’autopsia, utile a fugare ogni dubbio residuo su questo aspetto. Il sotterfugio, però, non poteva durare troppo a lungo.

Le indagini dei carabinieri

E qui si inserisce il lavoro dei carabinieri di Bondeno che, coltivando informazioni e voci raccolte in città circa il fatto che della signora non si sapesse più nulla, hanno deciso che fosse il caso di effettuare un controllo. Ed è così che si arriva a lunedì pomeriggio, quando i militari si sono recati nell’abitazione di via Provinciale e lì hanno ritrovato quel che rimaneva della signora. Il corpo, avvolto nel cellophane e in avanzatissimo stato di decomposizione, era stato “sepolto” nel garage della casa di via Provinciale, a Scortichino, adagiato su un divano con sopra una brandina e mucchi di coperte e cuscini. Un ritrovamento drammatico che ha creato non poche difficoltà per i carabinieri, anche per via dei miasmi.

Figlio e comapgna indagati

Il figlio di Lidia Ardizzoni, un uomo di 54 anni rappresentante di prodotti da bar, ha dato subito una spiegazione di quel che era accaduto, addossandosi ogni responsabilità (ma insieme a lui rimane indagata anche la sua compagna di 53 anni, che lavora a Mirandola). Una spiegazione che ha a che fare con un forte disagio economico e con la dipendenza dai soldi della pensione materna. Rimangono vari passaggi da ricostruire, ad esempio come sia maturata l’idea e se l’uomo abbia davvero fatto tutto da solo o sia stato aiutato e come abbia giustificato con parenti e amici – ma anche con la compagna e co-indagata, se davvero non coinvolta – l’assenza improvvisa di sua madre. A questo servirà l’indagine e magari saranno gli stessi indagati, entrambi difesi dall’avvocato Denis Lovison, a raccontare agli inquirenti, questa volta per le vie formali e con tutte le garanzie del caso, la storia di quel che è avvenuto tra il 4 gennaio e il 5 maggio.

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