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Il caso

San Damaso, il governo non risponde. Via libera a 160 container-batteria

di Luca Gardinale
San Damaso, il governo non risponde. Via libera a 160 container-batteria

La richiesta prevede 30mila metri quadrati di impianti di accumulo di energia. Ignorato il parere negativo del Consiglio comunale di Modena. Poggi: «Progetto assurdo, servono risposte»

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MODENA. A San Damaso c’è un po’ di preoccupazione, per usare un eufemismo. Anche perché l’impianto non sarà esattamente... nascosto: per farsi un’idea, saranno più o meno quattro campi da calcio occupati da 160 container-batterie alti quattro metri. Un progetto a cui il Consiglio comunale di Modena aveva detto no - anche se il parere non è vincolante - chiedendo al ministero dell’Ambiente di avviare la Conferenza dei Servizi, in modo da affrontare la questione in maniera più articolata, anche alla luce del parere negativo di Arpae. Richiesta che è stata però ignorata dal governo, il cui silenzio ora apre le porte al progetto.

Nel dettaglio

Facendo un passo indietro, le richieste sono state presentate da due società al ministero ad agosto scorso, con l’obiettivo di realizzare a San Damaso, in area agricola, due impianti di accumulo che occuperebbero oltre 30mila metri quadrati di terreno con 160 container alti quattro metri. I due impianti, denominati Bees (Battery Energy Storage System) avrebbero una capacità di accumulo di 200 MegaWatt, che verrebbero immessi nella rete nazionale in caso di necessità. Otto mesi dopo il “no” del Consiglio, l’assessora all’Urbanistica Carla Ferrari ha fatto il punto in Consiglio replicando all’interrogazione di Fabio Poggi (Pd): «A oggi - ha spiegato in aula - il ministero dell’Ambiente non ha accolto l’istanza del Consiglio, non ha mai risposto alle comunicazioni e richieste inviate e non è stata convocata la Conferenza dei Servizi. All’amministrazione comunale non è quindi stato comunicato se i termini del procedimento risultano sospesi o conclusi negativamente».

L’assessora ha precisato che «a settembre il settore Pianificazione del Comune di Modena ha trasmesso al Mase le delibere del Consiglio per gli interventi Neptune e Uranus, con le quali è stato espresso parere non favorevole per entrambi gli interventi ed è stata richiesta la convocazione di conferenza sincrona in cui termine era fissato per il 24 settembre. Decorso inutilmente tale termine, il 30 settembre il Comune ha inoltrato al Mase una comunicazione a firma del sindaco nella quale, considerata la presenza di due pareri negativi (Comune e Arpae) e la mancata convocazione di conferenza sincrona, si è dato atto che il Comune ritiene concluso negativamente il procedimento. In novembre il Comune ha ricevuto dal ministero le comunicazioni inviate alle società Neptune e Uranus con le quali lo stesso delega loro le attività di notifica del vincolo preordinato all’esproprio per l’attuazione dell’ampliamento della stazione di Terna funzionale alla realizzazione delle due aree di accumulo. Le due società hanno trasmesso la documentazione progettuale integrativa finalizzata al superamento delle ragioni di dissenso e tecnici e amministratori le hanno incontrate seppur informalmente, in quanto la valutazione degli interessi coinvolti deve avvenire da parte del ministero nell’ambito di una Conferenza dei Servizi simultanea. Ad aprile le due società hanno inviato una ulteriore richiesta di incontro per illustrare le modifiche apportate al progetto.

L'intervento

«Esprimiamo grande preoccupazione per l’assurdità di questi due progetti - ha commentato Poggi - rafforzata anche dal parere recentemente espresso da Arpae, oltre che per l’ingiustificabile scaricabarile da parte del governo e del ministero dell’Ambiente, la cui non risposta e la mancata convocazione della Conferenza dei Servizi segnano un profondo conflitto tra livelli istituzionali. Riteniamo giusto l’impegno da parte dell’amministrazione comunale attraverso i pochi strumenti a disposizione per cercare di dare risposta alla preoccupazione dei cittadini, espressa anche dal Consiglio comunale attraverso il proprio parere non favorevole. Il nostro appello all’amministrazione comunale è quindi quello di non fermarsi».