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Campori e Morone, i due cardinali modenesi che sfiorarono l’elezione a Papa

di Stefano Luppi

	I cardinali Campori e Morone furono "papabili"
I cardinali Campori e Morone furono "papabili"

Il primo mancò il papato per soli tre voti alla prima votazioni, dovette ritirare la sua candidatura e fu poi eletto per acclamazione Gregorio XV, il secondo fu tra i protagonisti del Concilio di Trento e “papabile” nei conclavi del 1565-1566 e del 1572

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MODENA. «Alla morte di Paolo V Borghese il 28 febbraio 1621 – scrive Agostino Paravicini Bagliani, tra i maggiori esperti di storia della Chiesa – il Cardinal nipote Scipione Borghese sostenne senza forza il suo favorito, il cardinale Pietro Campori, il quale, già prima dell’apertura del conclave, poteva contare su un forte consenso. Quando però, alla prima riunione (8 febbraio), si tentò di farlo eleggere per acclamazione molti cardinali favorevoli disertarono. Campori dovette ritirare la sua candidatura e quella sera stessa Alessandro Ludovisi fu eletto per acclamazione papa Gregorio XV».

Mai un Papa modenese

Questo lungo sliding door della storia del papato per ricordare come – nel corso del conclave iniziato ieri alle alle 16,30 con “l’extra omnes” alla Cappella Sistina in Vaticano – alcuni secoli fa Modena rischiò seriamente di avere un Papa che, seppur non nato entro i confini modenesi attuali è considerato cittadino dell’ex ducato degli Este. Se il cardinale Pietro era infatti nato a Castelnuovo di Garfagnana – oggi Toscana – ben presto la sua famiglia si trasferì a Modena divenendo un perno aristocratico del ducato: basti ricordare palazzo Campori di Soliera che restò agli eredi fino al 1976 oppure a Palazzo Campori di Modena in via Ganaceto, distrutto durante un bombardamento nella seconda guerra mondiale. Per venire al ‘900 si possono anche ricordare i marchesi Giuseppe Campori, eletto deputato al primo Parlamento italiano dopo l’Unità d’Italia e Matteo Campori, entrambi grandi collezionisti e donatori ai musei cittadini. Insomma, una famiglia importante che per poco non ebbe un papa tra i propri antenati. Modena, appunto, non l’ha mai avuto, anche se oggi nell’imminente conclave c’è una lieve traccia di modenesità in uno dei “papabili”: il cardinale di Bologna Matteo Maria Zuppi “regna” anche su Castelfranco, parte della diocesi di Bologna. Ma appunto in passato “rischiò” il papato Pietro Campori (1553–1643) e forse anche di più un altro modenese di adozione, il vescovo Giovanni Gerolamo Morone (1509–1580). Ecco in breve le loro storie.

Pietro Campori

Pietro Campori ricevette una solida formazione in diritto canonico e civile, studiando a Lucca e Pisa e ben presto fu impiegato in importanti missioni diplomatiche, ottenendo riconoscimenti sia dalla corte spagnola sia dall’imperatore Rodolfo II che lo insignì del titolo nobiliare nel 1596. Nel 1607 Campori tornò a Roma, dove entrò al servizio di Scipione Caffarelli Borghese, il creatore di villa Borghese, nipote di papa Paolo V, assumendo presto un ruolo centrale nella gestione degli affari della potente famiglia romana. Il 19 settembre 1616 papa Paolo V lo elevò al cardinalato dopodiché sovrintese alla gestione dell’ospedale romano di Santo Spirito in Sassia che abbellì e ampliò con nuove strutture. Nel conclave del 1621 si pensava fosse fatta per il papato, essendo il candidato principale del “partito” borghesiano, ma alla prima votazione mancò l’elezione per soli tre voti. Campori fu anche vescovo di Cremona dal marzo 1621.

Giovanni Gerolamo Morone

Lombardo, di Milano, era Morone che fu vescovo di Modena per lunghissimo tempo, dal 1529 al 1550 e di nuovo dal 1560 al 1564, mantenendo con la città sempre un fortissimo legame. Fu uno dei più importanti protagonisti del Concilio di Trento e alcuni storici ritengono che, se non fosse stato accusato di eresia nel 1557 (assolto tre anni dopo), avrebbe potuto essere eletto Papa: era “papabile”, infatti, nei conclavi del 1565–1566 e del 1572.

I cardinali modenesi

Nella storia della Chiesa, inoltre, ci sono stati alcuni cardinali nati qui, Pietro Bertani, Ercole Rangoni e Fortunato Tamburini. Bertani (1501–1558), originario di Nonantola, entrò nell’Ordine dei Domenicani e si affermò come teologo e oratore ottenendo il titolo nel 1551 mentre Rangoni, membro della aristocratica famiglia ancora presente con il proprio palazzo vicino a Palazzo Ducale, fu creato cardinale da papa Leone X nel 1517, divenne anche vescovo di Modena e morì durante il Sacco di Roma del 1527 a Castel Sant’Angelo dove si era rifugiato. Fortunato Tamburini (1683–1761), infine, nato nel capoluogo, entrò nell’Ordine dei Benedettini e si distinse come teologo: fu abate di San Pietro di Modena e successivamente di San Paolo Fuori le Mura a Roma contribuendo al dibattito sulla missione della Chiesa in Asia. Un’ultima curiosità legata al conclave odierno. Vi partecipa il cardinale romagnolo Mauro Gambetti, già vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, amante dei motori. Altra traccia, questa molto laica, del legame tra la Chiesa e il nostro territorio.

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