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Imprese e lavoro

Una vera dinastia nel mondo dello sci: King Ski, dal 1976 una colonna a Modena

di Giovanni Medici

	Marco e Ivan Tondelli (King Ski)
Marco e Ivan Tondelli (King Ski)

Marco Tondelli sta raccogliendo e sviluppando l’eredità di papà Ivan e di Leo Golinelli: oltre alla storica attività in viale Amendola (dove oggi resta King Sport), nel 2019 è stato inaugurato il negozio in strada Bellaria e da un paio d’anni quello a Sassuolo

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MODENA. Nel bene o nel male, la pandemia è stata un acceleratore di cambiamento notevole, in più di un caso decisivo. In particolare, per le imprese commerciali, non tanto in termini di gestione, quanto piuttosto nelle modalità di comunicazione. Ne sanno qualcosa alla King Ski, negozio che gli appassionati di sci modenesi conoscono bene, visto che dal 1976 noleggia e vende l’attrezzatura che serve a praticare questo sport. Ma da quando Ivan Tondelli e Leo Golinelli aprirono il negozio al Direzionale ’70, la trasformazione, in questo mezzo secolo, è stata profonda e continua. «Allora la facevano da padrone le gite: come negozio organizzavamo delle settimane bianche con un centinaio di persone. Ora, questa attività non esiste praticamente più: la gente si organizza da sola, decidendo all’ultimo minuto ed utilizzando internet».

Chi parla è Marco Tondelli, che sta raccogliendo le redini dell’attività dal padre, portando un modo nuovo, se non nel fare impresa, quanto meno nel promuoverla. «Innanzitutto, c’è da dire che King Ski ha iniziato a cambiare attorno i primi anni ’80, quando ci dividemmo in due: King Sport, che continua ad operare in viale Amendola, e la nostra King Ski, che solo nel 2019 si trasferisce in strada Bellaria, dove ci troviamo tutt’ora. Da un paio di anni, poi, a King Ski si è aggiunto un negozio a Sassuolo dove ci occupiamo di abbigliamento tecnico da montagna».

Con un padre così, la strada di Marco, cresciuto sugli sci tanto da diventare maestro dal 2014, non avrebbe potuto essere diversa.

«In realtà – racconta Marco – la consapevolezza di ciò che potevo fare è maturata solo durante la pandemia: sono state in quelle settimane che ho capito che avrei potuto – e voluto – essere un imprenditore. Certo, non è che non faccia errori, ma oggi il fatto di essere imprenditore assorbe tutto me stesso, una sorta di propensione al lavoro che nasce dalla passione per ciò che faccio e dalla volontà di assicurare benessere a chi voglio bene».

Che innovazioni ha portato al modo di fare impresa della King Ski?

«Oltre alla nascita del negozio che si occupa di abbigliamento tecnico, non è che sia cambiata la nostra attività: continuiamo a noleggiare, ma soprattutto a vendere sci e scarponi. Quello che è cambiato, è il nostro modo di proporci ai clienti. Oggi lo facciamo in modo un po’ pop, presentando con filmati di 90 secondi, sci, scarponi illustrandone le caratteristiche, ma anche dando consigli rispetto alle modalità di scelta e di manutenzione. Video che realizziamo da soli e pubblichiamo su TikTok ed Instagram, dove abbiamo una comunità di circa 20.000 persone che ci segue, tra cui anche personalità del mondo dello spettacolo».

Un nuovo modo di comunicare che, tradotto in termini commerciali?

«Per noi, che siamo stati i primi in Italia ad utilizzare questo approccio nello sci, ha significato un aumento del fatturato di circa il 30% ed un allargamento geografico del mercato: abbiamo clienti che sono venuti ad acquistare da noi in giornata da Trieste, Caserta, Roma».

La comunicazione, quindi, come chiave di volta del successo commerciale.

«Attenzione però – ammonisce Marco – perché questo modo di porsi ti può dare tanto in fretta, con me ha fatto con noi, ma altrettanto velocemente ti può togliere tutto. Per questo diventa poi fondamentale consolidare questo successo fidelizzando il cliente».

Suo padre come ha preso questi cambiamenti?

«Dal punto di vista imprenditoriale, rimane due spanne sopra di me. Credo che sia per questo che mi ha sempre assecondato negli investimenti e nel tempo che impiego a fare queste cose. E a programmarne altre: ora stiamo studiando la modalità podcast».

Ma il vostro mercato quanto è condizionato da eventi esterni? Pensiamoo a fenomeni sportivi come Tomba o alle conseguenze del cambiamento climatico.

«Nel primo caso, avere un fenomeno sportivo nel tuo sport è importante solo in base alla sua forza comunicativa. Nel caso di Tomba e Valentino Rossi è utilissimo, con altri campioni meno. Rispetto al clima, questo credo incida su alcune stazioni sciistiche, penso ad esempio al Cimone, che ha la necessità di ripensarsi. Da noi, invece, non abbiamo avuto ripercussioni, probabilmente anche grazie al fatto che il nostro mercato ormai coinvolge tutta Italia».

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