Giorgio Razzoli, un modenese a San Pietro: «Le parole di Leone XIV hanno conquistato la gente»
L’ex assessore comunale e vicepresidente Hera era arrivato a Roma in mattinata: «Ma non immaginavo di essere lì per la fumata bianca, si respirava un’atmosfera incredibile. Che emozione essere immersi tra i fedeli provenienti da tutto il mondo per un momento indimenticabile»
CITTÀ DEL VATICANO. «È stata un’emozione incredibile. La fumata bianca era inaspettata, il discorso di pace un fortissimo richiamo diretto al cuore dei fedeli. È stato un momento indimenticabile». Giorgio Razzoli, ex assessore del Comune di Modena e vicepresidente di Hera, era in prima fila. Lì, sotto la balconata, il modenese ha aspettato per ore, nella speranza dell’annuncio del nuovo Papa: la fumata bianca ha sorpreso tutti, anche lui.
La fumata bianca vista dal vivo
«Sono arrivato alla mattina a Roma, non mi sarei mai aspettato che fosse proprio ieri il giorno giusto. Sono stato davvero fortunato: passate le 17.30 – spiega Razzoli – si attendeva con ansia una fumata, ma non si credeva fosse bianca. Quando è uscita, sono iniziati minuti concitati, ognuno attorno a me avanzava un nome. Si parlava di Parolin: Robert Francis Prevost è stato inaspettato, la sua elezione è la prova della grande libertà di scelta della Chiesa». Tra le cose che hanno colpito di più il modenese, nella sua giornata a San Pietro, vi è «la pluralità di lingue, esperienze e culture. Si respirava la voglia di ritrovarsi. Ho parlato con persone di tutte le nazionalità: europei, sudamericani, asiatici. C’erano anche alcuni modenesi, ho incontrato persone che non vedevo da tempo, è stata l’occasione per ritrovarsi e condividere assieme questo momento che segnerà la storia. È proprio vero che San Pietro si riempie di romani solo dopo che il Papa è stato annunciato: durante il giorno la piazza non era completamente piena, mentre dopo la fumata si è gremita velocemente. Anche questa è stata una bellissima immagine: la voglia di persone di vedere il Papa con i propri occhi. Ho visto famiglie arrivare concitate, persone correre per tentare di avvicinarsi il più possibili alle prime file».
Il discorso di Papa Leone XIV
Il discorso di Robert Francis Prevost, come noto, è stato un inno alla pace, un richiamo al superamento dei conflitti: «È molto significativo, la platea ha apprezzato le sue parole. Ho visto occhi riempirsi di lacrime, è stata una commozione generale. Considerato il contesto geopolitico internazionale odierno, non poteva esordire con parole più toccanti. Affascina tanto anche il suo passato, le sue esperienze in Sud America a servizio dei più deboli. Sembra un uomo di dialogo, era ciò che chiedevano e speravano le persone qui al Conclave, nella fremente attesa della fumata. Il riscontro è stato positivo, il discorso ha conquistato subito la folla. Ha detto parole decise, pensate, forti. Era visibilmente emozionato, ma al tempo stesso concentrato, il fatto che leggesse è sintomo che volesse farsi capire e che voleva colpire al cuore, con questo annuncio così forte, richiamando Cristo, e invocando la pace tra i popoli, le famiglie e le persone».
Il ricordo di Papa Francesco
Tra le migliaia di persone in attesa a San Pietro, c’era una presenza, silente e invocata: «Era la figura di papa Francesco. Ha lasciato un segno indelebile: era come se fosse qui. Il fatto che c’erano tante persone provenienti da tutto il mondo - continua il modenese - e che l’uscita del Papa sia stata così concitata, è la prova che quanto ha seminato Bergoglio è stato importante per la Chiesa e i credenti. Il messaggio di pace di Prevost è sul solco di quanto fatto dal suo predecessore. Abbiamo bisogno di uomini così, maestri della pace. Essere lì sotto, in questo momento che scriverà la storia, è qualcosa di inspiegabile. Ma ancora più incredibile è stata la gioia delle persone accanto a me: c’è voglia di amore, condivisione e gioia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA