Gazzetta di Modena

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Il nuovo pontefice

L’orgoglio dei peruviani modenesi: «Papa Leone XIV ama la nostra terra»

di Ginevramaria Bianchi

	La gioia dei peruviani per Leone XIV
La gioia dei peruviani per Leone XIV

Oscar Guerrero vive da anni in città ed esprime il pensiero di tutti i connazionali dopo l’elezione di Robert Francis Prevost: «Un evento importantissimo per il nostro popolo, ho provato una gioia immensa»

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MODENA. Non c’è contraddizione nelle parole che Oscar Guerrero, credente modenese della comunità cattolica peruviana, continua a ripetere con voce limpida e convinta: «Leone XIV, il primo Papa statunitense della storia, è peruviano d’adozione». È proprio lì, in quella contraddizione geografica, che per lui abita il senso profondo di questo momento. Una storia che non riguarda solo Roma, né solo i palazzi del Vaticano, ma che scende giù, tra la polvere delle missioni e le mani tese dei poveri.

L’emozione della comunità peruviana

Per Oscar, che è peruviano e vive a Modena da anni, la notizia dell’elezione di Robert Francis Prevost non è stata soltanto un evento ecclesiale: è stata una vibrazione personale, familiare, collettiva. «L’impressione che ho avuto subito è stata quella di una gioia immensa – racconta, e mentre lo dice si capisce che non parla soltanto per sé –. Sento che è una grazia di Dio. Una cosa grande, che ci è stata donata. Quando ho letto il suo nome, ho provato una scossa dentro, una di quelle emozioni che senti poche volte nella vita, perché questa non è solo una notizia, è qualcosa che entra nel cuore, che tocca la fede, la dignità, un popolo».

La telefonata agli amici in Perù

Appena ha saputo che era stato eletto, Oscar ha subito telefonato alla sua comunità in Perù, che ha avuto modo di conoscerlo durante le sue missioni: «Mi sono informato da loro, perché volevo sapere come lo vedevano, se lo conoscevano – spiega –. Mi hanno detto che lo conoscono, che ha camminato nei nostri luoghi, che ha parlato con la gente vera, quella nelle periferie. Dicono che ha fatto tante campagne, tante missioni, tanti viaggi. Che conosce la nostra realtà, le nostre sfide, i nostri dolori. E poi parla bene lo spagnolo». E Oscar, il resoconto, lo dice tutto d’un fiato per l’emozione. Certo, non gli sfugge il fatto che Leone XIV sia americano. Ma per lui non è questo il punto: «È peruviano d’adozione. Questo lo sento profondamente. Lui ha scelto di vivere accanto a noi, di sostenere la nostra cultura e, proprio perché la conosce, sono certo che porterà un valore aggiunto. Un cambio profondo per la nostra comunità religiosa. Anche da Roma».

Il legame con Papa Francesco

E poi c’è il legame con Papa Francesco, che per Oscar è un altro segnale chiaro: «Era stato proprio Francesco a nominarlo cardinale: questo vuol dire che si aspettava qualcosa da lui, evidentemente, che ci aveva visto qualcosa di importante, di promettente. Francesco è un Papa che ha intuito, che sa guardare lontano. E se ha scelto proprio lui, vuol dire che vedeva in lui una continuità, una luce. E infatti, penso che Leone XIV porti avanti una linea molto vicina a quella di Francesco. Un pensiero liberale, universale, orientato verso chi ha bisogno, verso chi resta indietro. Noi latinoamericani vorremmo una Chiesa così: orientata ad aiutare il prossimo, a dare speranza ai poveri, a difendere i più fragili. E lui è su questa strada».

Un volto famigliare e un orgoglio

Adesso, Oscar guarda al futuro con fiducia, perchè in Leone XIV riconosce un volto familiare, un accento che non è solo linguistico, ma spirituale: «Ci assomiglia. Ci conosce. È uno di noi, e lo amiamo già, perché vediamo in lui una sincerità che non si può fingere». E lo ripete ancora, con voce più dolce e più forte insieme, come si fa con le questioni importanti: «Il primo Papa statunitense della storia è peruviano d’adozione. Che orgoglio per il nostro popolo».