«Bottiglie spaccate come armi al Cà Ranuzza di Castelfranco davanti ai bimbi»
Un genitore: «Il parco è in preda alle baby gang»
CASTELFRANCO. «Mia figlia di 5 anni è stata quasi colpita da una bottiglia lanciata da un gruppo di ragazzi. Hanno iniziato a picchiarsi a pochi metri da noi, utilizzavano le schegge di vetro come armi».
È un cittadino di Castelfranco a raccontare l’episodio choc accaduto venerdì sera al parco Cà Ranuzza. «Erano circa le 21, mi trovavo con mia figlia e altri bambini accompagnati dai genitori. Volevamo semplicemente passare qualche ora in tranquillità, se non fosse per il gruppo di sette o otto ragazzi, tutti minorenni, che si è fermato proprio a pochi metri da noi. Stavano bevendo e fumando – spiega l'uomo – e all’improvviso per qualche motivo sono partiti degli screzi. Uno di loro ha alzato la voce, poi è iniziata una rissa: sono volati calci e pugni, stavano partecipando tutti. Ho visto delle bottiglie spaccarsi: se le tiravano addosso e le rompevano a terra per poi utilizzare i vetri come arma. Ci siamo spaventati».
L’apprensione del cittadino è rivolta alla figlia e gli altri bambini presenti, che giocano a pochissimi metri dal gruppo di giovani. «Pochi minuti dopo è caduta una bottiglia piena d’acqua, fortunatamente di plastica, a mezzo metro da mia figlia. Così ho preso la bambina a l’ho portata via, lo stesso hanno fatto gli altri genitori che erano con me. Non oso immaginare cosa fosse accaduto se avessero lanciato una delle bottiglie in vetro che stavano utilizzando come armi: le schegge avrebbero colpito senz’altro la piccola e gli altri bambini. Abbiamo quindi chiamato le forze dell’ordine».
Il "sospetto"
Convinti che la situazione fosse finalmente sotto controllo, i genitori si allontano dalla rissa. «Si sono azzuffati per qualche minuto – continua – credo che nessuno sia rimasto ferito. Poi si sono interrotti, e ciò che è accaduto dopo è davvero incredibile. Avvistati i carabinieri in lontananza che si avvicinavano verso il parco, è sbucato un ragazzino, anche lui minorenne, a bordo di un monopattino, che ha fischiato ripetutamente. Era il richiamo che allertava l’arrivo dei carabinieri: udito il suono, il gruppo è scappato e si è disperso tra gli alberi e le strade. Il sospetto è che al parco è presente un gruppo organizzato, con addirittura un componente che funge da “palo” e allerta agli amici. A Castelfranco le baby gang esistono, e ormai è divenuto un problema all'ordine del giorno: ho sentito diversi vicini di casa e concittadini denunciare episodi analoghi di violenza. Chiediamo una risposta da parte delle istituzioni locali, perché è inaccettabile che anche una gita al parco possa tramutarsi in un pericolo per i nostri bambini. Mia figlia ha rischiato di essere colpita da una bottiglia piena d’acqua, che le avrebbe procurato delle ferite. Il parco Cà Ranuzza deve tornare a essere uno spazio in cui le famiglie possano vivere serenamente, e non in preda alle baby gang».
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