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Il caso

Bretella Campogalliano-Sassuolo: 80 espropri. E il comitato attacca

di Mattia Vernelli
Bretella Campogalliano-Sassuolo: 80 espropri. E il comitato attacca<br type="_moz" />

«Se Autobrennero non vince il bando i lavori rischiano di rimanere ancora fermi»

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SASSUOLO. Sono partiti gli espropri per la realizzazione della bretella Campogalliano-Sassuolo. Saranno circa 80 proprietà, sparse tra il Comune di Sassuolo, Formigine, Modena e Campogalliano.

L’infrastruttura, di cui si parla da almeno 25 anni, e che prevede un raccordo autostradale a pedaggio tra la zona industriale sassolese e l’intersezione A1-A22, vede la luce, almeno nelle sue prime fasi esecutive.

L'attacco del Comitato

Non per il “Comitato No Bretella”, che attacca e parla di «grande confusione: Autostrada del Brennero Spa non è stata mai così in difficoltà nell'ottenere il rinnovo per 50 anni della concessione della A22 e di conseguenza, mai così a rischio la realizzazione della Bretella modenese. Intanto però sono iniziati i primi espropri, come a indicare l’imminenza dei lavori. A tutti gli espropriati va la solidarietà del Comitato, soprattutto a quelli di Marzaglia, che saranno i più impattati dal progetto Bretella».

Il Comitato ieri ha organizzato una conferenza stampa per mettere in evidenza «le grandi criticità» dell’opera. La Bretella, come noto, oltre all’asse principale, prevede anche due raccordi secondari, uno di collegamento con la tangenziale di Modena e uno di collegamento con quella di Rubiera, verso Reggio, per un tracciato complessivo di circa 20 chilometri. Tra i principali nodi storicamente in essere c’è quello dell’aumento dei prezzi, perché dai 422 milioni inizialmente preventivati si è balzati oggi a 700 milioni per via all’esplosione dei costi dei materiali degli ultimi anni.

Il Comitato parte proprio da qui: «I lavori sono fermi. Il presidente di AutoCS (azienda concessionaria dell’infrastruttura) ha scritto al ministero dei Trasporti chiedendo di sospendere l’inizio dei lavori perché l’inflazione aveva drasticamente modificato le condizioni. A questo, si aggiunge il rinnovo della concessione dell’A22», spiega Eriuccio Nora del Comitato. Il secondo nodo è quello della concessione per la gestione dell’Autobrennero, la cui domanda per partecipare scade il 31 maggio.

«Sono già state emesse due proroghe dal ministero – continua Nora – perché Autostrada del Brennero non aveva i requisiti tecnici adeguati. A questo si aggiunge il ricorso al Tar del Lazio da parte di Autostrade per l’Italia, che chiede il ritiro del bando perché prevede il principio di prelazione a favore di Autostrada del Brennero, condizione che pone la società trentina già sicura di vincere l’appalto, una concessione per 50 anni di una società che frutta 80 milioni di euro all’anno. È un diritto possibile per la legge italiana, ma non nell’Unione europea, perché va a confliggere con il principio di libera concorrenza. La Commissione europea ci ha fatto sapere che è in corso un monitoraggio costante della situazione e si pronuncerà nei prossimi mesi. E parliamoci chiaro: se Autostrada del Brennero non dovesse aggiudicarsi la A22, salta la Bretella».

Sul bando pubblicato il 31 dicembre 2024 per il rinnovo della concessione della A22 non vi è alcun riferimento alla costruzione del raccordo modenese. Eppure, secondo il Comitato, dall’uno scaturiscono le sorti dell’altro.

Il punto

«Autostrada del Brennero è socia al 51% di AutoCS, l’azienda concessionaria che si occupa della costruzione della Bretella, quindi ha tutto l’interesse nel dare concretezza a quest’opera. Qualora, ad esempio, la concessione vada ad Autostrade per l’Italia, per quest’ultima la realizzazione del raccordo modenese rappresenterebbe solo un costo, e quindi bloccherebbe il progetto. Ci domandiamo: se salta tutto, cosa ne sarà delle terre già espropriate a Marzaglia?», si chiedono ancora dal Comitato. C’è inoltre un altro elemento che mette in luce Nora: «C’è un accordo informale, di carattere politico, tra Autostrada del Brennero e le amministrazioni locali che corrono lungo la A22. Tutte hanno interesse che la concessione sia confermata per altri 50 anni perché sono tutte socie dell’azienda trentina: ecco perché le amministrazioni fanno così tanta pressione al ministero dei Trasporti affinché vada in porto la concessione. Tra queste c’è anche la Provincia di Modena, che da socia guadagna un milione di euro di utili all’anno…».

C’è poi il tema strettamente ambientale, messo in luce ancora dal Comitato: «Vengono espropriati circa 600mila metri quadri di terreno, aumentando le emissioni di anidride carbonica. Si tratta terreno che sarà impermeabilizzato: in caso di piogge eccezionali, quest’acqua si riverserà sul fiume Secchia. Solo per la costruzione verranno emessi in atmosfera 6 milioni di chilogrammi di anidride carbonica. Oltre all’impatto dell’inquinamento atmosferico dovuto dal trasporto sul gomma, che ogni anno porta decine di migliaia di morti», conclude Mauro Solmi, referente del Comitato.