Autovelox sulla tangenziale di Modena, la Cassazione: «Non è omologato». E annulla 13 multe
Il dispositivo installato all’uscita 6 della tangenziale Carducci non è tra quelli sequestrati dopo l’indagine della Procura di Cosenza e per questo è ancora acceso, ma la sentenza crea un precedente. Adesso cosa succede?
MODENA. Tredici multe prese in tangenziale, tutte annullate. Il motivo? Quel velox installato all’altezza dell’uscita 6 della Carducci di Modena non è omologato. Lo ha stabilito la Cassazione con una sentenza dei giorni scorsi, una sentenza che richiama casi analoghi dell’ultimo periodo e che crea a sua volta un precedente. Sì, perché adesso questa decisione potrebbe “fare scuola”. Cosa significa? Che anche per lo strumento della tangenziale si è creato un precedente e che gli automobilisti che presenteranno ricorso potrebbero ottenere ragione proprio sulla base di questa pronuncia. Occorrerà fare luce su un altro aspetto della vicenda. Nei mesi scorsi infatti, dispositivi analoghi installati in provincia – così come in altre zone d’Italia – sono stati sequestrati. Sorte che, almeno per il momento, non è toccata ai velox modenesi, quello sulla Carducci e quello in viale Italia. Ma adesso?
L’indagine partita a luglio 2024
Tutto nasce da un’indagine nazionale sulla regolarità degli autovelox che è partita a luglio 2024 dalla Procura di Cosenza e che ha portato al sequestro e alla disattivazione di centinaia di apparecchi della tipologia “T-Exspeed v.2.0” prodotti dall’azienda di Desio (Monza-Brianza) Kria Srl. Si tratta di impianti installati sulle strade di tutta Italia che non risultano omologati. Tra questi, ad esempio, ad essere interessato è stato il tutor installato sulla tangenziale Modena–Sassuolo nel tratto di Formigine, che è stato sequestrato e spento.
L’autovelox sulla tangenziale
Anche sulla Carducci si trova un dispositivo analogo (che “fotografa” una media di 120 trasgressori al giorno) che però ad oggi risulta ancora acceso e in funzione. Sarà ora necessario capire gli sviluppi dopo la vittoria di un cittadino che ha portato il Comune di Modena in Cassazione. I primi due gradi di giudizio gli avevano dato torto. Nel 2020 ha impugnato davanti al giudice di pace 13 verbali – per un totale di 1594 euro – emessi dalla polizia locale di Modena. Il cittadino aveva sostenuto che gli accertamenti erano illegittimi in quanto il dispositivo era stato sì approvato e sottoposto a taratura periodica, ma non omologato. Il giudice però aveva respinto il ricorso. A quel punto l’automobilista era andato in Appello. Anche in questo caso le sue argomentazioni erano state respinte: «Il tribunale di Modena – si legge sulla sentenza della Cassazione (l’uomo è stato assistito dagli avvocati Claudio Marmiroli e Angelo Scavone) – ha argomentato che ciò che conta non è tanto la distinzione tra approvazione o omologazione, quanto la necessità della periodica taratura», che era stata effettuata.
La sentenza
La Cassazione ha ribaltato tutto. Lo ha fatto con l’intenzione di dare continuità all’indirizzo già tracciato da una sentenza del 2024 della Cassazione «secondo cui è illegittimo l’accertamento eseguito con autovelox approvato ma non debitamente omologato». Sostanzialmente sul piano giuridico “approvazione” e “omologazione” non possono essere considerate equipollenti. Il Comune di Modena, continua la Cassazione «non offre argomenti per discostarsi» dalla precedente pronuncia della Corte. Ha portato la circolare ministeriale del 23 gennaio 2025 facendo leva sull’asserita «identità tra le procedure» ma, sotto questo profilo, evidenzia ancora la Cassazione, non c’è dubbio: «le circolari ministeriali sono meri atti amministrativi, non provvedimentali». In conclusione: i 13 verbali sono stati annullati.