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Il ricordo

Tredici anni fa il sisma nella Bassa: 28 morti e 45mila sfollati

di Stefano Luppi

	Il sisma del 2012
Il sisma del 2012

Alle 4.04 del 20 maggio 2012 la scossa di terremoto di magnitudo 5.9 con epicentro a Finale Emilia, poi il 29 maggio un’altra terribile scossa di magnitudo 5.8. Danni per 12 miliardi, negli anni sono stati finanziati 686 progetti

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MODENA. Ore 4.04 del 20 maggio 2012, esattamente tredici anni fa: la Bassa cambia, forse per sempre. Il terremoto di magnitudo 5.9, con epicentro nelle province di Modena e Ferrara, a Finale, che causò in tutto 28 vittime, centinaia di feriti, 45 mila sfollati e danni per oltre 12 miliardi di euro, si udì forte in quasi tutto il nord Italia e non è mai stato dimenticato. Anche se accanto a tanto dolore ha mostrato di che pasta son fatti davvero gli emiliani, visti i risultati della ricostruzione. Come ricorda la Regione, infatti, quasi l’intera “voragine” causata dal sisma con le scosse devastanti del 20 e del 29 maggio (magnitudo 5.8 alle 9), è stata pressoché superata, a differenza di quanto avviene in altre parti d’Italia dove le lungaggini non hanno fine. Ma, appunto, chi ha avvertito tali scosse non dimentica – e nel Modenese ci sono ancora oltre 300 famiglie bisognose di aiuti – e basta riascoltare alcune testimonianze raccolte anni dopo da radio5punto9: «Fabrizia, Mirandola: il 20 ero al terzo piano. Feci le scale volando… due tre scalini per volta… non ricordo… rigorosamente in pigiama. Il 29 ero già in tenda. Ricordo la scossa delle 13 del 29 perché svenni lungo la via. Qualcosa in me cambiò, nulla tornò come prima». Denis: «Un trauma che porto ancora oggi, a volte la notte mi sveglio convinto di aver sentito una scossa, accendo la luce e controllo i lampadari». Per fortuna molto è stato fatto con le giunte regionali oggi guidate da Michele de Pascale e prima da Stefano Bonaccini, tanto che il cratere sismico che all’inizio comprendeva 59 comuni oggi è ristretto a 15.

La ricostruzione

Per “fotografare” la situazione partiamo dai numeri modenesi e dalla parte pubblica della ricostruzione. In tutto ci sono 686 progetti finanziati per un totale di 757 milioni di euro, 309 sono invece i cantieri conclusi per un totale di 194 milioni di euro e 127 sono in corso per ulteriori 237 milioni di euro, senza scordare alcuni progetti aggiunti con ordinanze regionali successive per ulteriori 35 milioni. Per quanto riguarda la rivitalizzazione dei centri storici fortemente danneggiati – aree importantissime, per la coesione di una comunità – ci sono a disposizione nel Modenese 57 milioni di euro con 1150 progetti ammessi al finanziamento. Venendo ad abitazioni e aziende nel caso delle case i dati parlano di concessioni per un totale di 2 miliardi di euro di contributi sulla piattaforma Mude (modello unico digitale per l’edilizia della regione) con 9.155 interventi completati. Siamo ben oltre il 90% dei danni da riparare avvenuti in circa 11mila abitazioni e migliaia di piccole attività economiche rese di nuovo agibili. Sul fronte delle attività produttive siamo a quota 1,3 miliardi di euro concessi di cui 1,16 già liquidati con 2127 progetti conclusi.

I numeri generali

Naturalmente Modena si inserisce nel quadro generale. Siamo appunto davanti a una ricostruzione pressoché completata per quanto riguarda le abitazioni private, gli edifici scolastici e le attività produttive di una regione che ancora oggi trascina il Pil italiano: dopo le terribili scosse del 20 e 29 maggio e i durissimi mesi che seguirono oggi i numeri ribadiscono l’enorme lavoro svolto, con un investimento complessivo pari a 8 miliardi di euro concessi e oltre 7 miliardi liquidati. In tutte le quattro province emiliane colpite – oltre a Modena e Ferrara anche Reggio e Bologna – sono state ripristinate circa 20mila abitazioni private con 28 mila persone rientrate nelle proprie case mentre 570 scuole sono ripristinate o ricostruite ex novo senza interrompere le lezioni neppure in emergenza. Sono oltre 6.800 le piccole attività commerciali, artigiane e dei servizi rese di nuovo agibili, 3.359 aziende industriali e agricole ristrutturate e altre 2.155 imprese hanno messo in sicurezza i propri stabilimenti danneggiati dal forte sisma, con investimenti pari a 2 miliardi di euro. Tornando alle case sono stati quasi 10mila gli interventi della ricostruzione di edifici privati a prevalente utilizzo abitativo con circa 3,2 miliardi di euro di contributi concessi per la loro realizzazione: manca appena il 5% degli interventi, già finanziati anche se non completati. Per quanto riguarda i centri storici compresi nel cratere sismico, soprattutto nel Modenese e nel Ferrarese, da segnalare 1.200 interventi già conclusi, e un nuovo bando in corso per la riqualificazione o nuove aperture di botteghe, uffici, attività artigianali e professionali. Ricordiamo che a partire dal 2024 sono stati attivati per rivitalizzare queste parti dei vari centri sono stati attivati fondi per 55 milioni di euro. Per quanto riguarda chiese e beni culturali, infine, in tutto sono state inserite nel “Programma Opere pubbliche e Beni culturali” 441 chiese, delle 495 chiese danneggiate in totale di cui ben 325 inagibili. Ne risultano riaperte oggi poco meno di 400. Per accelerare nel settore opere pubbliche e beni culturali la Regione ieri ha infine annunciato che il Commissario per la ricostruzione metterà in campo risorse ulteriori per 10 milioni di euro, esborso che segue quello del 2023 assegnato per fare fronte all’aumento imprevedibile dei prezzi delle materie prime.

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