Gazzetta di Modena

Modena

La contestazione

Infermieri del carcere in protesta: «Siamo troppo pochi, l’Ausl assuma»

Infermieri del carcere in protesta: «Siamo troppo pochi, l’Ausl assuma»

Nel 2024 erano 19 per 400 detenuti, adesso sono 14 per 600: «Insostenibile»

2 MINUTI DI LETTURA





MODENA. Protestano le lavoratrici e i lavoratori del servizio di Medicina penitenziaria presso il Sant’Anna: da più di un anno soffrono per la carenza del personale infermieristico rispetto ad una popolazione di detenuti che è sostanzialmente raddoppiata. Da qui la proclamazione dello stato di agitazione.

«Su 400 detenuti, fino ai primi mesi del 2024 erano presenti 19 infermieri, oggi su più di 600 detenuti abbiamo 14 infermieri, con una richiesta di cure e assistenza crescenti» spiega Giulia Casamassima, responsabile Sanità per Fp Cgil di Modena.

Oltre alle problematiche di organico insufficiente, il sindacato rileva forti criticità sul fronte salute e sicurezza: «Un ambiente insalubre, umido, poco accogliente e al limite della decenza» denuncia. Tutti questi aspetti si ripercuotono sul personale, con continui infortuni e con numerose dimissioni volontarie.

«Abbiamo cercato di affrontare insieme all’Ausl di Modena queste criticità, ma oltre alle promesse, nulla si è visto in concreto» nota Casamassima. «Abbiamo suggerito anche di creare un sistema incentivante per gli infermieri attualmente in organico che potesse stimolare anche altri professionisti a decidere di prestare la loro attività presso la casa circondariale, ma nulla poi ci è stato presentato. Sono lavoratori che da troppi mesi sono lasciati a loro stessi – incalza – gestiscono pazienti in una realtà complicatissima, connotata da un sovraffollamento estremo e che hanno vissuto in prima persona tutti i fatti di cronaca che in quel carcere si sono verificati. Meritavano di certo più attenzione: è inverosimile avere dei professionisti che rischiano di vivere quotidianamente momenti di tensione, soprattutto se teniamo conto che il carcere di Modena ha una carenza già riscontrata anche sul personale di polizia penitenziaria».

Dopo una lunga attesa senza risposte dall’Ausl sul reclutamento di nuovo personale, gli infermieri in servizio presso il carcere hanno quindi aperto lo stato di agitazione, preannunciando il blocco degli straordinari, di orari supplementari, delle aggiuntive e di ogni forma di flessibilità.

«La carenza di personale – rimarca Giulia Casamassima – è una problematica diffusa in maniera purtroppo trasversale nelle aziende pubbliche di Modena, e colpisce tutte le figure del comparto: infermieri, oss, tecnici e amministrativi. Questo fenomeno causa una diminuzione della qualità dell’assistenza, l’aumento del carico di lavoro per il personale rimanente e la difficoltà a garantire servizi essenziali.

Bisogna intervenire immediatamente con il reclutamento di nuovo personale infermieristico per il servizio di medicina penitenziaria, per garantire condizioni lavorative dignitose e per migliorare l'organizzazione. Il personale è carente ed esasperato ormai ovunque: la lentezza con cui si danno risposte e le ferie ancora non confermate per nessuno, stanno rendendo il clima incandescente».