Duplice omicidio di Vignola, il vicino di casa: «Anna diceva “lasciatemi stare”, poi un uomo ha urlato»
In tribunale a Modena il racconto della mattina della tragedia in cui hanno perso la vita Anna Malmusi e Emore Capucci, avvenuta in via Torino il 1° ottobre 2023. A processo Uber Capucci, figlio e fratello delle vittime
VIGNOLA. La mattina del giorno del duplice omicidio, Anna Malmusi aveva urlato. Poi si era sentita anche una voce maschile: non è chiaro di chi fosse, se di Emore o di Uber. È quanto emerso dalla testimonianza resa in aula ieri da un vicino di casa della famiglia Capucci, coinvolta, lo ricordiamo, in una tragedia avvenuta nella villetta in via Torino il 1° ottobre 2023. Lì l’anziana, che aveva 88 anni, abitava con il figlio 66enne Emore. Il cadavere di lui, sanguinante per le profonde ferite subite, venne ritrovato da carabinieri e vigili del fuoco la sera a piano terra, vicino al letto dove l’anziana giaceva priva di vita, ma senza ferite. All’interno della villetta c’era anche Uber Capucci, 69 anni: sanguinante e in stato di choc. Aveva sul corpo alcuni tagli che si era inferto da solo. Fu arrestato per duplice omicidio aggravato e ora è a processo assistito dall’avvocato Fabio Bazzani.
Il vicino
«Il 1 ottobre mancava qualcosa a mezzogiorno, me lo ricordo perché poco dopo ho pranzato e io pranzo sempre a quell’ora, quando ho sentito la signora Anna che diceva: “Lasciatemi stare”. Ero fuori in giardino e ho sentito queste urla».
Così ieri un anziano vicino di casa ha riferito di una lite all’interno della villetta la mattina della tragedia. In aula è emerso che il vicino ascoltato un paio di giorni dopo, ai carabinieri aveva riferito di avere udito quelle urla alle 12.50. «Comunque – ha ribadito – ho sentito la signora Anna che diceva quella cosa, poi un urlo di un uomo. Ma non ho capito chi fosse dei due fratelli. Poi non si è più sentito niente, e mi sono detto: “Meno male, la discussione è finita” ».
A domanda dell’avvocato Bazzani, l’uomo ha confermato quanto aveva riferito ai carabinieri: «Nell’ultimo anno sentivo litigare spesso Anna e il figlio Emore. Non ho mai visto litigare Uber con la madre, né ho visto o sentito i due fratelli discutere tra di loro». Sempre ai militari, l’anziano aveva dichiarato che non si era mai preoccupato molto, «erano liti di poco conto».
I soccorritori
Sono stati ascoltati anche i soccorritori che quella sera per primi arrivarono nell’abitazione. Tra questi una volontaria della pubblica assistenza, che era arrivata insieme a due colleghi come autista dell’ambulanza. Uno dei volontari si era avvicinato alla porta finestra e, ha riferito la donna in aula: «Aveva detto che c’era una persona con un coltello in mano. Gli ho detto di chiamare i carabinieri». È solo quando arrivano i vigili del fuoco, comunque, che i volontari entrano nella villetta. La donna ieri ha descritto la scena, il passaggio nelle varie stanze della casa, quando ad un certo punto dopo essere uscita dal bagno «alla mia sinistra c’era una stanza con una luce accesa e un cutter a terra con del sangue». Nella cucina «ricordo che c’era un tavolo e poi, non sono sicura perché è passato tanto tempo... Credo di avere visto un coltello lungo nel lavandino».