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Il caso

Progetto ex Fonderie, costi lievitati: «Ma l’opera sarà pronta nel 2026»

di Luca Gardinale

	Una veduta dall'alto dell'ex Fonderie
Una veduta dall'alto dell'ex Fonderie

L’intervento del sindaco Massimo Mezzetti sugli oltre 10 milioni che mancano per portare a termine i lavori. E l’ex sindaco Muzzarelli, chiamato indirettamente in causa per la fretta nel far partire l’intervento, pubblica un post sibillino

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MODENA. Per gli amanti delle polemiche ci sarebbe un bel «progetto che abbiamo ereditato», del sindaco Massimo Mezzetti, che si potrebbe leggere in tanti modi. Sempre per loro – quelli delle polemiche... – c’è un post su Facebook del suo predecessore, Gian Carlo Muzzarelli, che pubblica una foto di via Cesare Battisti, facendo notare che ammirare la città è meglio «che rispondere alle provocazioni». Una sfida a distanza che si gioca attorno al futuro delle ex Fonderie riunite di viale Ciro Menotti, con una certezza: anche se oggi mancano (parecchie) risorse per concludere la riqualificazione, entro un anno i modenesi potranno ammirare il comparto completamente rinnovato.

Il problema

Un caso nato attorno a una cifra: 10 milioni, anche se il numero effettivo potrebbe raggiungere e superare i 15, che rappresentano i fondi che mancano, secondo i tecnici del Comune, per concludere tutti gli stralci dell’ambiziosa opera che nascerà dalla riqualificazione del comparto. Difficoltà che non spaventano il sindaco Massimo Mezzetti, che ieri, a margine della conferenza sul Modena Belcanto Festival, ha affrontato la questione Fonderie. «I problemi che registriamo - queste le sue parole - si registrano nei cantieri di tutta Italia: è ovvio che tra quando c’è stata la prima progettazione e oggi è passata quasi un’epoca, c’è stata la pandemia, il post-pandemia, l’aumento del costo delle materie prime, il rincaro dell’energia, e questo non ha fatto che incrementare i costi dell’opera, e quindi lo sforzo e l’impegno del Comune sarà quello di andarla a concludere entro i tempi previsti dai fondi Pnrr, e cioè entro i primi mesi del 2026».

Le tempistiche

Anche se mancano tanti soldi, insomma, l’obiettivo del Comune non si sposta: «Noi abbiamo ereditato un’opera - continua Mezzetti - un progetto e i relativi lavori dalla precedente amministrazione, e vogliamo portarla a conclusione perché comunque restituiremo alla città un complesso straordinario. Parliamo di 40mila metri quadrati abbandonati per decenni, che saranno riqualificati e restituiti alla città e riqualificheranno ancora di più l’area. Per questo, ci metteremo il massimo impegno, e procederemo con determinazione per concludere i lavori e restituire quest’opera alla città». Il primo cittadino fa quindi notare che «sede dell’Istituto storico a parte, la destinazione di quest’opera è ancora da vedere: anche qui si erano fatte discussioni, delle chiacchierate, ma non c’è alcun progetto esecutivo sulla destinazione. Sicuramente opteremo per una destinazione il più intelligente possibile e che non comporti ulteriori costi, ma anzi possa farci risparmiare per il futuro». Dal Comune, insomma, nessun passo indietro sul progetto, anche se l’importanza della cifra che oggi manca e l’indeterminatezza del contenuto - Istituto storico a parte, oggi il Distretto per l’accelerazione è un progetto ancora poco chiaro - preoccupa parecchio i tecnici comunali, che anche nei giorni scorsi hanno fatto un nuovo sopralluogo.

L’ex sindaco

Nel frattempo, l’ex sindaco Muzzarelli, che secondo qualcuno in piazza Grande sarebbe partito con il progetto senza avere tutte le certezze necessarie sui fondi, risponde alle critiche con un post sibillino su Facebook: «Guardo la bellezza colorata e storica di Modena - scrive, commentando una bella foto di via Battisti - e raccolgo energie per la vita, evitando di rispondere alle provocazioni...».