Gazzetta di Modena

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L’incontro

Assemblea di Confindustria, Orsini: «Caro energia, dazi e Green Deal, serve un piano straordinario»

di Paola Benedetta Manca

	Emanuele Orsini con Roberta Metsola e Giorgia Meloni
Emanuele Orsini con Roberta Metsola e Giorgia Meloni

Dal Teatro Europauditorium di Bologna l’accorato appello del presidente degli industriali alla presenza della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e della premier Giorgia Meloni

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BOLOGNA. «È una situazione insostenibile e serve agire con urgenza». L’allarme sul caro energia arriva direttamente da Emanuele Orsini, presidente di Confindustria che, dal Teatro Europauditorium di Bologna – per la prima volta sede dell’assemblea annuale di Confindustria –, avverte senza girarci intorno: «È un vero dramma che si compie ogni giorno per le famiglie, per le imprese e per l'Italia intera».

Caro energia e ritorno al nucleare

Davanti a migliaia di industriali, politici e istituzioni e alla presenza della premier Giorgia Meloni, ricorda le parole di quest’ultima: «Bisogna abbattere il sovraccosto energetico che pesa come un macigno sulla competitività delle imprese italiane. Alle opposizioni dico: lavoriamo insieme per il disaccoppiamento in bolletta tra prezzo del gas e delle rinnovabili». «È esattamente quello che chiediamo e ho chiesto da quando sono presidente di Confindustria», rimarca. Una delle strade più valide per riuscirci – spiega il numero uno dei confindustriali – è «accelerare il ritorno al nucleare», ricorrendo però ai «piccoli reattori modulari, molto meno invasivi e più sicuri delle centrali di vecchia generazione e capaci di fornire quell'elettricità di continuità che serve all'industria e che le rinnovabili intermittenti non possono fornire. Su questo non ci possono essere divisioni politiche, parliamo di indipendenza e sicurezza nazionale». «Bisogna lavorare tutti insieme, industria e servizi, istituzioni e partiti, di maggioranza e di opposizione, forze sociali e sindacati, a un vero piano industriale straordinario per l’Italia» esorta Orsini, richiamando le imprese all’unità. «L’idea – spiega – è quella di un sostegno agli investimenti di otto miliardi di euro l'anno, per i prossimi tre anni. Ancora meglio se avessimo un orizzonte temporale di cinque anni». L’obiettivo di crescita deve essere “ambizioso”, almeno «il 2% di crescita del Pil nel prossimo triennio, da consolidare e aumentare nel tempo». Ma per fare questo – avverte – serve “un nuovo patto” tra forze politiche e parti sociali.

L’appello a Roberta Metsola

All’assemblea partecipa anche la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola e Orsini si rivolge anche a lei. «Presidente Metsola – dice –, so che lei condivide la maggior parte delle cose che sto per dire: ci aiuti a ribadirle con forza. Alle politiche europee serve un radicale mutamento di impostazione: le scelte degli ultimi anni stanno presentando un conto pesantissimo. Hanno indebolito la nostra competitività industriale, hanno messo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro». «È questa l'Europa che vogliamo? – chiede il numero uno di Confindustria – Un’Europa senza industria e che attira meno investimenti? Un'Europa che dipende sempre di più dal resto del mondo? La nostra risposta è no, no e poi ancora no».

Dazi e Green Deal

Un intervento accorato e appassionato quello di Orsini che, nella sua lunga relazione, tocca anche i temi dei dazi, dei morti sul lavoro e del Green Deal. In Italia e in Europa – esorta – è tempo di «responsabilità, coraggio e determinazione». Il rischio concreto della deindustrializzazione, «aggravato dalla guerra dei dazi» e «alimentato da un pregiudizio anti-industriale», va affrontato subito – ammonisce – con un «piano industriale straordinario per rilanciare l’economia europea e nazionale». «Le guerre commerciali tra alleati sono dannose e incomprensibili», insiste. Interviene, poi, sulle morti bianche. «Non smetterò mai di dire che ogni morte sul lavoro è un fallimento per tutti – scandisce –. Per questo ribadiamo che è fondamentale un accordo con il sindacato e con il Governo, affinché tutte le imprese siano spinte ad investire di più in formazione e prevenzione, usando anche l'avanzo Inail che ammonta a circa 1,5 miliardi di euro ogni anno, versati dalle imprese». Riguardo il Green Deal, «l’ideologia è stata anteposta al realismo» rimarca Orsini. «Ci siamo dati i tempi e gli obiettivi ambientali più sfidanti del mondo – sottolinea –, ma senza alcuna stima degli effetti e dei costi sull’industria e sui lavoratori e le loro famiglie». E cita il settore dell’automotive. «Il rischio concreto è di avere auto sempre più costose, con il risultato di cedere quote di mercato sempre maggiori ai concorrenti cinesi», evidenzia.

Il gotha dell’industria

Tanti gli industriali presenti all’Europauditorium, come Sonia Bonfiglioli, nuovo presidente di Confindustria Emilia per il quadriennio 2025-2029; Piero Ferrari; Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato di Pirelli, o Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset. Arrivano anche il presidente della Regione, Michele de Pascale, che elogia la scelta di ospitare l’assemblea in Emilia-Romagna, «regione cuore della manifattura. Un settore che va difeso – sottolinea – anche chiamando l’Europa e il Governo» e la segretaria del Pd, Elly Schlein, che rimarca: «Non dobbiamo continuare ad avere i prezzi dell’energia più alti d’Europa» ed esulta per le novità nella vicenda La Perla. «C’è un acquirente – conferma –: una notizia splendida per questo marchio del Made in Italy. Siamo felici, è una bella svolta per l’industria di questo Paese».