Gazzetta di Modena

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Il caso

Velox, Codacons contro il Comune: «Multe illegittime, andremo in tribunale»

di Paola Ducci

	Il velox all'uscita 6 della tangenziale in direzione Bologna
Il velox all'uscita 6 della tangenziale in direzione Bologna

Il vicepresidente regionale Galli: «Gli strumenti non sono omologati né utilizzabili»

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MODENA. Il Codacons denuncia di nuovo il persistente utilizzo di alcuni strumenti per il rilevamento della velocità in violazione non omologati e dunque in violazione delle normative vigenti.

«Ricorriamo alla Magistratura»

«La sicurezza stradale è un obiettivo condivisibile e prioritario – sottolinea Fabio Galli, vicepresidente regionale del Codacons – Tuttavia, il suo perseguimento deve avvenire nel rispetto delle norme, senza trasformare gli strumenti di controllo in meri strumenti di cassa per gli enti locali. La trasparenza e la legalità sono fondamenta irrinunciabili per mantenere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Quello che noi intendiamo fare, visto il vuoto normativo che ne mina la legittimità dell’utilizzo e delle sanzioni, è ricorrere alla Magistratura, coinvolgendo anche la Corte dei conti se servirà, affinché intervenga e faccia chiarezza, partendo dal presupposto che ci sia qualcosa che non va visto che i Comuni sono a conoscenza che gli strumenti che utilizzano devono essere omologati ma imperterriti continuano ad installare strumentazione che non lo è, incuranti di ciò che dice la legge. La nostra città non è esente da questo problema – puntualizza Galli – purtroppo a Modena (e provincia) negli ultimi 20 anni, si sono rincorsi utilizzi spesso non legittimi a cominciare dai vecchi photored, proseguendo con i meno vecchi t-red, gli autovelox, gli scout speed, fino ai giorni nostri con i moderni tutor t exspeed 2.0».

22 anni di liti in tribunale

Codacons ha così raccolto dai propri archivi la documentazione di 22 anni di liti tra amministrazioni e cittadini sull'utilizzo di questi strumenti, pronta ora a portarla in tribunale.

«Sono 22 anni che le amministrazioni locali fanno finta di non sapere che quegli strumenti, per essere utilizzati legittimamente, devono avere due autorizzazioni – specifica il vicepresidente – Una si chiama “Decreto di omologazione”, l'altra si chiama “Decreto di approvazione”. E sono 22 anni che, noi glielo diciamo, ma fanno finta di nulla, incassano milioni di euro facendo multe con strumenti non legittimi e smettono quando qualcuno fa ricorso e ne denuncia la non omologazione con il conseguente spegnimento. È ora di finirla – tuona Galli – chiediamo che si proceda sul modello della Procura di Cosenza che ha ordinato il sequestro della strumentazione non omologata, anche se spenta da tempo, per poi aprire un’indagine su chi l’ha ordinata e fatta installare visto che chi amministra le leggi è tenuto a saperle. Noi di Codacons invitiamo i cittadini che prendono multe da strumentazioni elettroniche a venire da noi per farci controllare i verbali e capire se la strumentazione da cui proviene la sanzione è regolare oppure no».

«Rispettiamo le regole»

«Attenzione – sottolinea con determinazione Galli – noi non stiamo promuovendo il non rispetto del Codice della strada e dei limiti, anzi, siamo fermamente convinti che se i Comuni non fossero in possesso di strumentazioni in regola con la legge, sarebbe bene che non ricorressero all’installazione di strumentazione abusiva ma che piuttosto ordinassero che i controlli venissero eseguiti dalle pattuglie della Polizia locale. Capiamo che non verrebbe fatta tutta quella “cassa” che invece sono abituati a fare con i velox – conclude il vicepresidente – ma attraverso le pattuglie i controlli sarebbero più accurati, verrebbe controllata la sicurezza dell’auto, la validità dell’assicurazione ed eventualmente identificate tutte le persone che viaggiano sul veicolo oltre al conducente».